Silvio Lorusso

I call them the DC book and the Marvel book. @onomatopeenet @setmargins

OUT NOW: my new book "What Design Can't Do: Essays on Design and Disillusion", with @federico_a_antonini_ !!re!!_039;s melancholic design. Get it from @setmargins_ !!re!!_039;s website (link in bio) and soon from many great bookshops. Thanks to all of you who pre-ordered it. It means a lot, and not just symbolically. Hang in there, your copy is on its way.

What Design Can't Do: the TOC Link in bio for more info.

some small WDCD updates @federico_a_antonini @setmargins

Qualche foto di Atlas. La sezione dedicata alla crisi della narrazione imprenditoriale (con buona pace di Giacomo Freddi e Maicol Pirozzi) è curata dal sottoscritto e contiene: una sorprendente panoramica dei settori in cui regna il lavoro autonomo (i giardinieri superano gli amministratori delegati), quattro possibili scenari, alcuni consigli di lettura e infine un'intervista ad Adam Arvidsson, professore di sociologia presso l'Università Federico II di Napoli. Un assaggio: Arvidsson: "Gli investimenti di cui gli imprenditori-star beneficiano non dipendono principalmente dalla produttività delle loro imprese ma dalla loro capacità di costruire carismi personali tramite strategie di self-branding. In tal modo, però, questi leader si distanziano dalla sensibilità del popolo, come moderne Marie Antoniette." Scenario 1: "La classe imprenditoriale ha visto il suo prestigio diminuire a causa delle stravaganze dei suoi membri e dell'impatto assente o addirittura negativo delle loro imprese sulla società. Emerge dunque una nuova figura imprenditoriale di stampo neocalvinista che si contraddistingue per la postura discreta e l'approccio sobrio. Si assiste, in sostanza, al ritorno del funzionario weberiano o dell’organization man statunitense anni '50: in Italia i nuovi imprenditori prendono spunto dalla Prima Repubblica." Atlas (@atlas_atlante ) è l'atlante della complessità di Italiacamp (@italiacamp ) diretto da Raffaele Alberto Ventura (@eschaton_rav ) ed edito da Luiss University Press (@luissuniversitypress ). Il progetto grafico specular-speculativo è di Mirage (@m.i.r.a.g.e_studio ) mentre le foto sono dell'insostituibile Angelo Gramegna (@angelogram_ ).

AI: what you call weird is kitsch, what you call kitsch might be weird. Here's the transcript of a talk given at the Hidden Layers conference on the 14th of June, 2024. The conference took place at the Köln International School of Design and was organized by Prof. Dr. Lasse Scherffig, Matthias Grund, Jakob Kilian & Dzennifer Zachlod, together with an amazing team of students. I thank them all. Link in bio and stories

Zoom Fatigue: ne abbiamo discusso forsennatamente per mesi; per poi smettere del tutto, doppiamente sfiniti. Ora che abbiamo ripreso un po' il fiato, osserviamo ancora una volta la webcam, il portale tra i due mondi, quello fisico e quello virtuale. Come cambiano questi mondi? Mentre i Mbps aumentano, i metri quadri diminuiscono. Ne parlo sul Tascabile di @treccanigram . Grazie a @leonardodelmonte , che mi ha invitato a parlare di massimalismo digitale e minimalismo abitativo durante l'evento con cui apro l'articolo. E grazie a @galluzzo.michele , che ne ha partorito il titolo. Link in bio e nelle storie

On the new issue of Gonzo (@gonzocircus ), there is a cogent review of What Design Can't Do by Theo Ploeg (@hyperspace_st ) [just after a book about Throbbing Gristle!]. Automatic translation from Dutch, courtesy of Yandex. Here's my favorite part: "That approach sometimes makes it seem as if Lorusso enjoys philosophizing about the world of which he himself is an integral part. The search for a positive note is futile. In addition, he offers no alternative. This is a conscious choice, he writes in the last chapter. The design literature lacks texts which place themselves emphatically outside of design optimism, Lorusso emphasizes. In this he succeeded without reservation. Despite that pessimism, “What Design Can't Do” is highly recommended for any designer." @setmargins @federico_a_antonini

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