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CANI

@caniresidency

A rural residency for contemporary artists 40°17’43.3"N 18°21'54.4"E Founded by @ambra_abbaticola & @marcovvitale residenzacani@gmail.com
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Alcune immagini da "Il Sole", intervento di Maria Thereza Alves a cura di CANI, presentato nella cornice del Circolo Cittadino di Lecce. "Il Sole" è stato proiettato in occasione di Capriola - an art week in Lecce. Un ringraziamento all'artista, allo staff di @capriolacapriola e a tutti coloro che sono venuti a trovarci. Foto di @jahraffa #mariatherezaalves
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5 hace meses
Il Sole è un video girato da Maria Thereza Alves in Italia, in particolare a Viganella, un piccolo villaggio alpino dove per tre mesi l’anno non arriva la luce del sole. Il lavoro della Alves si incentra sulle testimonianze della popolazione residente, le suggestioni rispetto a ciò che il sole rappresenta per loro. Queste visioni sono il vero motore che alimenta il progetto - in vista del quale l’artista realizza Il Sole - ossia di posizionare uno specchio in cima ad una montagna, così che la luce raggiunga la piazza di Viganella anche durante l’inverno. Felici di poter presentare il progetto nella cornice di "Capriola - an art week in Lecce" @capriolacapriola che si svolgerà presso il Circolo Cittadino dal 15 al 18 settembre. #mariatherezaalves
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9 hace meses
Maria Thereza Alves (1961, São Paulo) lavora ed espone a livello internazionale dagli anni Ottanta. L'artista ha dato vita ad un corpus di opere che indagano specifiche località per dare testimonianza di storie taciute. La sua è una pratica di ricerca che risente delle interazioni con gli ambienti fisici e sociali dei luoghi in cui vive o che studia, muovendosi in maniera fluida fra i macro-temi che caratterizzano l'arte pubblica come natura e cultura, arte e politica o arte e vita quotidiana. È proprio tramite questa - continua - azione di sconfinamento semantico che Maria Thereza Alves intesse relazioni con le comunità e le persone che le costituiscono, divenendo lei stessa medium e facendosi antenna delle istanze locali. 1. Minus One Dimension: Zinneke Reflections, 1995 2. Seeds of Change: A Ballast Flora Garden (Utrecht), 2021/2022 3. Jimmie as a Flower, 1983/1984 4. Invisible Shadows: Teçâ (Eye), Apigçâ (Ear), Jurû (Mouth), 2015
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9 hace meses
Lieti di annunciare la nostra collaborazione con Maria Thereza Alves (São Paulo, 1961), artista e attivista brasiliana, tra i cofondatori del Green Party a San Paolo del Brasile. Nella sua lunga carriera Alves ha esposto il proprio lavoro in molti musei, gallerie e grandi istituzioni per l'arte, fra i quali: documenta 15 a Kassel, la Triennale di Guangzhou, Manifesta a Trento, la Biennale di Praga, Museo Tamayo a Città del Messico, Fondazione Sandretto a Torino, Berlino Film Festival, Kunsthalle di Basilea, San Francisco Art Institute, PAC a Milano, Michel Rein Gallery a Parigi, Kunstsammlung a Gera, NBK a Berlino, Musée Portuaire a Dunkirk, Nikolaj a Copenaghen, Biennale di Liverpool, Palais de Tokio a Parigi, Culturegest a Lisbona, Zerynthia in Italia, Biennale di Werkleitz, Gallery 101 a Montreal, Villa Medici a Roma, Museo in Progress a Vienna, Insite a Tijuana e San Diego, Kunstwerkt a Monaco, Beursschouwburg a Bruxelles, Central Space Gallery a Londra, New Museum of Contemporary Art di New York, La Estacion Gallery a Cuernavaca, Biennale dell'Havana, e Kenkeleba House a New York. #mariatherezaalves
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9 hace meses
Flowers for telling you to fuck off è la fanzine prodotta da Latte @latte_project_space che documenta l'omonima mostra personale di Raffaele Morabito @rflmrb a cura di CANI. Un ringraziamento speciale va a Claudia Di Francesco @claudiadifrancesco92 per la cura e l'attenzione riposta. Ph. Lorenzo Pasini @lrnz__psn Graphic Claudia Di Francesco @claudiadifrancesco92
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1 hace año
Ieri si è conclusa Flowers for telling you fuck off, mostra personale di Raffaele Morabito @rflmrb esito della sua residenza nell'uliveto di CANI e del successivo periodo di produzione dell'opera durante la residenza in Viafarini @viafarini_org La mostra è stata ospitata e realizzata in collaborazione con Latte @latte_project_space spazio indipendente fondato da Francesca Cerfeda @francesca.cerfeda nella città di Faenza, che nelle ultime settimane è stata colpita da due allerte metereologiche di carattere alluvionale. Abbiamo deciso di aprire la mostra nonostante tutto, seguendo una sfortunata ma preziosa sincronicità fra l'alluvione e le urgenze su cui si focalizza tanto il progetto CANI quanto la ricerca di Morabito. L'intervento incedente dell'essere umano sull'ambiente, la conseguente crisi climatica ed ecologica all'improvviso si trovano a coincidere sia all'interno degli spazi "protetti" dell'arte - nei collages elaborati da Morabito - sia nella pioggia incessante e anomala e nel livello di un fiume che rischia di esondare, immediatamente lì fuori. Aprire la mostra nonostante tutto, non posticipare il suo messaggio, sottolineare la sua urgenza è un segno politico, e noi non potevamo esimerci dal tracciarlo. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno preso parte al progetto, e in particolare un grande ringraziamento va al pubblico che negli ultimi giorni è passato in visita nonostante le intemperie. Forse con questi fiori offerti si vuol dire "vaffanculo" a qualcuno o qualcosa, ma al contempo trovare, nella loro mista composizione ritagliata dal collage, una forma di convivenza e di riscatto, di protezione e rafforzamento e dunque una forma di collettività e vicinanza che può sopravvivere e venire fuori dalla crisi. Ph. Lorenzo Pasini @lrnz__psn
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1 hace año
Felici di annunciare la prima restituzione del programma di residenze di CANI! . Flowers for telling you fuck off è una serie collages concepita dall’artista Raffaele Morabito (@rflmrb ) durante la residenza svolta presso l’uliveto di CANI, sito nella macchia salentina fra San Foca e Melendugno, e prodotti durante il successivo periodo di residenza in Viafarini (Milano). Collages come metafora di un paesaggio utopico dove fiori, piante e alberi coesistono in composizioni tutt’altro che naturali, e nella cui filigrana é possibile osservare la malinconica bellezza propria dell’artificio. I gesti calcolati compiuti per assemblare le immagini fotografiche sono mimetici dell’ikebana, una pratica giapponese che tramite la giustapposizione di materiali naturali quali sassi, fiori e rami secchi ricrea piccoli universi. La ricerca di una perfezione innaturale e impossibile trova senso nella capacità dell’artista di innestare il topos del locus amoenus, nel dramma personale e nel paesaggio interiore. Il titolo Flowers for telling you fuck off allude icasticamente alla trasformazione di un gesto romantico, quello di donare dei fiori al proprio oggetto d’amore, nel suo contrario: puó dunque un dono, nella fattispecie un fiore, trasformarsi in un coltello? La riflessione di Morabito prende avvio da una vicenda biografica, la fine di una relazione venuta a coincidere con le settimane seguenti la residenza svolta in Puglia. I collages frutto di sovrapposizioni di immagini preesistenti, fotografie fatte dall’artista e testi scientifici a tema naturalistico, cristallizzano una vera e propria dinamica di sopravvivenza, da una parte l’artista, dall’altra il campo di ulivi infettato dal batterio della Xylella fastidiosa, come metafora estesa della crisi ambientale che coinvolge a diversi livelli l’azione e l’esistenza dell’uomo in quanto parte di quel complesso che va sotto il nome di ecosistema. La mostra è a cura di CANI, in collaborazione con lo spazio no profit Latte project sito a Faenza (@latte_project_space ). La mostra della durata di 72 ore sarà visitabile sino al 14 maggio. Ci vediamo lì!
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1 hace año
CANI collabora con Latte 🌿 Latte @latte_project_space è uno spazio indipendente per l’arte contemporanea situato nel cuore della storica città di Faenza. È stato fondato nel 2021 da Francesca Cerfeda @francesca.cerfeda Nel 2023 Latte ospiterà la mostra personale di Raffaele Morabito @rflmrb esito della prima residenza estiva svoltasi nel nostro uliveto lo scorso settembre. Proseguiamo così con un altro innesto fuori dal nostro campo, e al contempo con un altro atto randagio di nomadismo. Presto novità.
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1 hace año
Siamo davvero felici di annunciare il nostro primo artista in residenza. Raffaele Morabito (@rflmrb ), classe 1994, è un artista italiano che vive e lavora fra Milano e Bergamo. La sua ricerca elegge a primo medium la fotografia e si esprime principalmente all'interno dei confini dell'immagine. La fotografia di Morabito congelata in un eterno presente, un Aion senza passato né futuro, riflette sui temi dell'obsolescenza, dell'errore e soprattutto della trasformazione. L'immagine è portata a indugiare su se stessa, in un processo di autoastrazione corroborato da un'estetica rarefatta e impalpabile. Seguiteci per tutti gli aggiornamenti. . . We are very happy to announce our first artist-in-residence. Raffaele Morabito, born in 1994, is an Italian artist who lives and works between Milan and Bergamo. His research elects photography as his primary medium and ranges mainly over the possibilities of the image. Morabito's photography caught in its eternal present, an Aion without past or future, reflects on the themes of obsolescence, error and above all transformation. The image is brought to linger on itself, in a process of self-abstraction well represented by rarefied and almost impalpable aesthetics. Follow us for all updates.
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1 hace año
Alcune foto dell'opening di SPORA (30 luglio /02 agosto). Grazie a tutti coloro che sono venuti a trovarci. È stato bello attardarsi ben oltre il crepuscolo e osservare, in maniera radicale, come la fruizione dell'opera d'arte cambi a seconda della luce e del paesaggio. A breve vi daremo aggiornamenti sui nostri prossimi progetti.
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1 hace año
SPORA - opening 30 luglio, 19:00 Šimon Chovan è un artista visivo, nato a Banská Štiavnica (Slovacchia), attualmente vive tra Bratislava e Amsterdam, dove ha intrapreso un master presso il Sandberg Instituut (Dipartimento di Belle Arti). Il suo lavoro si focalizza principalmente sui processi che, negli ultimi quarant’anni, hanno contribuito a cambiare drasticamente la facies del nostro pianeta. Le opere di Chovan assemblano materiali naturali e non, spesso dando vita a forme inaspettate e quasi mostruose. Questa sua pratica risponde ad una precisa volontà di sfumare i confini fra naturale e innaturale creando uno sconfinamento fra le due categorie, in un’ottica di generale deromantizzazione del paesaggio. --- Supported using public funding by Slovak Arts Council. Slovak Arts Council is the main partner of the project. 1. A flower looking at its body or Transit flower patrol I., Soil, mixed media, 2022 2. Dear Thearlings, (2019 - ongoing), Soil, rocks, silicone, dust, plaster, concrete, Wings in Motion, Installation view, Nitrianska galéria, Nitra 2021 3. Dear Thearlings, (2019 - ongoing), Soil, rocks, silicone, dust, plaster, concrete, 𝐍𝐞𝐞𝐝𝐥𝐞 & 𝐁𝐚𝐥𝐥𝐨𝐨𝐧, Installation view, Synagogue - centre of contemporary art, Trnava 2022 4. Dear Thearlings, (2019 - ongoing), Soil, rocks, silicone, dust, plaster, concrete, 𝐍𝐞𝐞𝐝𝐥𝐞 & 𝐁𝐚𝐥𝐥𝐨𝐨𝐧, Installation view, Synagogue - centre of contemporary art, Trnava 2022 5. A flower looking at its body or Transit flower patrol I., Soil, mixed media, 2022
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1 hace año
SPORA Solo show di Šimon Chovan Opening: 30 luglio 2022 ore 19:00 a cura di CANI (Ambra Abbaticola e Marco Vitale) via S. Niceta, San Foca (Le) 40°17’43.3"N 18°21'54.4"E Spora si configura come primo intervento all’interno del format immaginato da CANI. La mostra si confronta con un peculiare ambiente rurale, un uliveto colpito dalla Xylella, sito ai margini tra San Foca e Melendugno, che diventa il campo base per una serie di residenze d’artista. Šimon Chovan realizza per Spora una serie di sculture, utilizzando materiali in parte prelevati nel campo di ulivi e largamente costituiti da elementi vegetali. La terra e tutti gli strumenti utilizzati dall’artista collaborano simbioticamente con il paesaggio circostante, sino ad amplificarne le caratteristiche organiche. La mostra ragiona sulla contaminazione e il contatto crescente con nuove forme patogene, sulla costante accelerazione degli scambi commerciali e degli spostamenti umani sul globo i quali favoriscono la nascita di nuove epidemie, tanto nell’essere umano quanto nei vegetali. Chovan si focalizza, senza alcun giudizio morale o scientifico, sui processi che sono alla base delle metamorfosi degli organismi viventi con una particolare attenzione alle nomenclature, spesso binarie, che ancora accompagnano questo tipo di studi. Si può ancora parlare di colpe? Non sarebbe più sensato capovolgere l’idea di contaminazione e immaginare spore e batteri come turisti che invadono un nuovo paesaggio? ---- Supported using public funding by Slovak Arts Council. Slovak Arts Council is the main partner of the project.
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1 hace año