6 giorni fa
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Fossimo un Paese normale, si parlerebbe solo di questo: della vomitevole sentenza di Corte d’Appello che ha confermato l’assoluzione di uno stupratore (sottolineo stupratore) perché la vittima ci ha messo 20 secondi a dire di no e «20 secondi sono troppi». «Il silenzio non è un sì», sottolineava proprio su ‘F’, qualche mese fa, Michela Marzano. Neppure una vita di silenzio equivale a un sì, figurarsi 20 secondi. Molti commentatori hanno sollecitato una nuova legge che definisca stupro qualsiasi atto sessuale compiuto senza consenso, ma prima ancora che leggi nuove servirebbero teste nuove per i giudici che quelle leggi sono poi chiamati a interpretarle. Forse nel concorso da magistrato allo scritto e all’orale andrebbe aggiunto un test di buon senso, o forse sentenze come questa sono la naturale espressione di un Paese marcio dentro. A cui però mi rifiuto di appartenere: per ribadirlo aderisco alla campagna #quantisecondiho lanciata da @thatsfabofficial , che invito tutte e tutti a sottoscrivere. Fate girare l’hashtag, fate girare l’incazzatura.
Che vergogna
5 giorni fa
🤮
5 giorni fa
👏👏👏
5 giorni fa
La rabbia.
5 giorni fa
Ma sul serio? Non sapevo ci fosse un cronometro per questo. E chi lo accende di grazia?
5 giorni fa
👏👏👏Buonsenso👏❤️
5 giorni fa
❤️
5 giorni fa
Ma chi rileva il tempo? E come fanno ad essere sicuri che erano 20 secondi o 18 o 10? Ma chi definisce qual é il tempo giusto di reazione?
5 giorni fa
Sono scioccata
5 giorni fa
👏🏼👏🏼 E una Vergogna !!!
4 giorni fa