È stato il corpo che mi ha salvata.
È stato iniziare a lavorare su di lui, riprendere il contatto, staccare la mente, riprendere la comunicazione e il suo scambio.
Fidarmi di lui, dei sintomi, di quello che voleva dirmi, e che vuole dirmi, ogni volta.
Per davvero troppi anni ho lasciato fare, ho permesso di zittirlo. Per davvero troppi anni ho assecondato e compiaciuto il mondo.
Per troppi anni non mi sono chiesta io cosa volessi.
Ma lui ha iniziato a mandarmi segnali, quei segnali per cui mi veniva detto che “non ti manca nulla, smettila di stare così”.
Eh, avrei voluto davvero, avrei voluto darvi retta, ma il punto non era quello.
Il punto non era che mi mancava qualcosa, avevo subito un lutto o avevo una qualche malattia.
Il punto era che non c’ero io. Il punto era che mi stavo nascondendo, stavo soffocando la mia verità.
Vivere una parte di vita senza che la tua natura possa sentirsi libera di essere, sapete, mi ha portata esattamente qua.
A lavorare sul corpo, sulla sua memoria, sulla sua storia, su quello che vuole dirvi.
Tutte quelle parti che “odiavo” di me, che nascondevo, e che per anni mi hanno fatta sentire sbagliata, sono esattamente quelle che oggi mi fanno sentire libera e profondamente me stessa.
Sono in una sorta di “pace” ora, o comunque il tormento che ha creato tutto questo è più leggero (meno colpevole). Ed ora accompagnare voi alla ricerca della vostra verità è per me una grande soddisfazione.
Potervi portare un altro punto di vista fuori da quello che è il solito pensiero che ci circonda e ci condiziona mi riempie di gratitudine.
Da sempre mi chiedo se la vita è tutta qui, da sempre sono alla ricerca di qualcosa, da sempre credo in qualcosa di più rispetto a quello che vediamo ogni giorno.
Non smetterò mai di cercare, di ricercare, di studiare, di sentire.
Non potrei, non posso, non posso più limitare la mia natura.
Una volta che la scopri, non vuoi più tornare indietro, ma soprattutto non puoi.
È bello viaggiare, ed è bello accompagnare voi.
È bello sentire il corpo, ed è altrettanto bello uscire da lui, andare a spasso, e poi tornare.
Vi leggo.
Vi sento.
Vi aspetto.
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