Sai, penso che un bambino che va allo stadio la prima volta non si aspetta di vedere 11 giocatori che si passano la palla per farla entrare in una rete, ma guarda il sorriso di chi gli tiene la mano quando sale per la prima volta i gradoni degli spalti, fa sua quell’euforia di voler condividere da quel giorno 90 minuti con qualcuno che ama davvero, traducendo quell’amore nei colori di uno stemma. Che le amicizie bisogna coltivarle, ma quelle più profonde vanno oltre il tempo e lo spazio, e non gli serve altro che un momento insieme per far sì che non sia passato nemmeno un giorno anche dopo anni. Che i Saikebon fanno cacare. Che a volte vale la pena non dimenticare. Che ci si può innamorare davvero, succede, e non puoi preventivarlo. Che un’idea rimane solo un’idea finché non provi a realizzarla, e che la paura di fallire è una palla al piede fatta di niente. L’importante è camminare nella direzione, passo segue passo, resta sul presente, respira. Così, giusto per pensare.