Giulia Furfaro

@_giulia.furfaro_

Psicologa e Psicoterapeuta 📍 Via Principi d’Acaja, 28 - Torino EMDR I e II livello Psicoterapeuta presso Unobravo - Servizio di Psicologia online
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Mi chiamo Giulia Furfaro e sono psicologa psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo Evolutivo-Costruttivista. Tale approccio pone al centro la natura relazionale degli esseri umani e del loro sviluppo, tenendo in considerazione che non esiste una realtà unica e oggettiva, poiché ciascuno di noi costruisce la rappresentazione di sè e del mondo a seconda dei propri vissuti personali. Ho conseguito il II livello EMDR, strumento mirato all'elaborazione del trauma psicologico. La mia formazione è in continuo aggiornamento. Attualmente sto rivolgendo la mia attenzione ed il mio studio alla psicotraumatologia e all'ereditarietá transgenerazionale del trauma, integrando nel mio approccio aspetti di Psicoterapia Sensomotoria. Qui, il corpo viene finalmente posto al centro del trattamento, considerandolo portatore delle nostre memorie traumatiche. Sono co-fondatrice dello Studio di Psicoterapia NUS, a Torino. Il mio lavoro è rivolto ad adulti con disturbi di ansia, disturbi del tono dell'umore e di personalità.
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16 ore fa
Vi siete mai chiesti come ci arrivate a certi momenti della vostra vita? Con quale bagaglio entrate in frangenti di vita, che poi diventano significativi? Io mi sono affacciata a questo roccione con una valigia fatta di depressione, pensieri disfunzionali, abulia, morte, perdita, confusione, stanchezza, blocchi, paura. Tutto si è incanalato in quel momento. Chi mi conosce sa che sono una fifona, che ho paura delle altezze e che non vincerei sicuramente il premio nelle prove di coraggio. Potete immaginare, quindi, come mi potessi sentire lassù. Le gambe immobilizzate, il cuore che batteva velocissimo, lo stomaco aggrovigliato, i pensieri come palline di flipper che mi dicevano “Che stai facendo? Torna indietro! Morirai sicuramente” Ancora oggi non so esattamente cosa sia successo dentro di me, quando mi sono tuffata. L’attimo prima di saltare. Sarà stato un pensiero? Guardare la tribe che mi incoraggiava oppure Onofrio pronto al salvataggio? L’attrazione per quel colore del mare? Non ne ho idea. L’unica cosa che ricordo nitidamente è la sensazione che ho provato mentre mi tuffavo. Come se mi fossi tolta delle catene dai polsi e dalle caviglie, che mi incatenavano da almeno due anni. Mi sono sentita libera, mi sono sentita leggera, mi sono sentita viva. Il tuffo nonostante la paura. Che cos’è la vita? Dev’essere questa.
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1 giorno fa
Come posso raccontare il risveglio del cuore? Trovare le parole ancora mi riesce difficile a distanza di undici giorni. Ho deciso di non ostinarmi a trovarle, perché a volte non servono. Semplicemente ci sono stata, momento per momento. Senza le interferenze della mia mente, senza le interferenze esterne, 4 giorni senza telefono. Che sogno meraviglioso. Ci sono stata, quando ho conosciuto 15 nuove persone, ciascuna diversa, ma con lo stesso sguardo profondo, colmo di paura e di speranza. Ci sono stata, mentre praticavamo yoga alle prime luci del mattino. Ci sono stata, quando nonostante la paura che mi immobilizzava le gambe, ho deciso di saltare da un roccione ed immergermi in quel mare meraviglioso. Quello è stato il momento in cui ho preso le consapevolezze più grandi, dopo tutto il buio degli ultimi anni. Ci sono stata, al tramonto, quando ho sentito salire un’emozione incontenibile che è sfociata in un pianto liberatorio. Ci sono stata, durante la meditazione sotto gli ulivi, così potente e liberatoria. Ci sono stata, al pranzo meraviglioso preparato da NonnaMarianna, in ogni gita fuori porta, nella serata pazzerella per Monopoli cantando e ballando, coinvolgendo tutte le persone intorno. Ci sono stata in ogni abbraccio, in ogni condivisione, in ogni sguardo, in ogni pianto, in ogni risata, nell’emozione di sentirsi accolti e capiti senza giudizio. Sono tornata colma di gratitudine e di speranza. Grazie Katia, per avermi fatto svegliare ogni mattina con un caffè e una risata. Grazie Vittoria, per aver accolto il mio racconto. Grazie Mattia, per avermi aiutato a prendere una consapevolezza importante. Grazie Onofrio, per la tua delicatezza e la tua vicinanza silenziosa. Grazie a tutta la tribe. Grazie a Giulio, Onofrio e Mario per aver reso possibile tutto questo. ❤️
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16 giorni fa
“Mentre si dicono queste cose le lacrime cominciano a scorrere sulle guance di entrambi. Scorrono senza vergogna, senza ritegno, e loro perfino un briciolo di gioia nel versarle. Perché poter dire ‘È orribile’, ‘Non è giusto’, ‘Non ne posso più’ senza temere che l’interlocutore si senta in colpa, poterlo dire con la certezza - sono parole di Ètienne - che l’altro capisca quello che abbiamo detto esattamente come noi lo abbiamo detto, senza niente di più, senza proiettarci niente di suo, è una gioia immensa, un sollievo immenso. E allora continuano a parlare. Sanno o intuiscono che non gli capiterà di nuovo di lasciarsi andare così, che non se lo concederanno più, per evitare che diventi un forma di compiacimento, ma quella sera si lasciano andare.”
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27 giorni fa
Agosto 2018, New York. In cima all’Empire State Building, ricordati di quella sensazione di libertà. Potrebbe tornare.
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1 mese fa
“Ho perso tutto, ho perso un po’ di me Su una strada irragionevole Andare in giro a cercarmi negli altri E non trovare un cuore assomigliarmi Poi ho dato tutto, ho dato tutto a te Senza gloria e senza remore Ci siamo stretti negli occhi, negli anni, le mani Perché non sei qui a tenermi?” E poi c’era quel visual lì.
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1 mese fa
Come va con l’ennesimo mental breakdown? Io:
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1 mese fa
È passato un anno dal giorno della specializzazione. Un traguardo che è stato rincorso, sudato, pianto, che vedevo come la fine, l’arrivo. Finalmente ce l’avevo fatta a diventare una psicoterapeuta. Di quel giorno ricordo che ero incredula del risultato ottenuto e di aver cercato invano lo sguardo di mio padre tra le persone che erano lì a sostenermi. Ricordo l’abbraccio del babbo di Ilaria, che come lo avesse sentito mi ha stretta forte. Da quel giorno, la mia vita si è totalmente stravolta, come in molte occasioni è successo in maniera ricorrente. Sto facendo i conti con la potenza di questo lavoro e la fatica di sostenerlo emotivamente, in un momento in cui io in primis devo prendermi cura di me. Ho pensato mille volte di mollare tutto e trasferirmi in un’isola, con la spiaggia e il mare. Che conforto sarebbe per la mia neurocezione. Ma non ho intenzione di lasciare davvero. Volgo lo sguardo a quello che ho costruito con le mie colleghe, il nostro amato studio, la formazione continua che porto avanti, insieme alla zavorra dentro di me che in qualche momento mi immobilizza. “Non essere spietata con quella parte di te, Giulia”, mi dice sempre il mio terapeuta. E ci sto provando, con molta fatica, ma ci sto provando. Il processo di cura prende spazio e tempo. Lo scrivo per ricordarlo a me stessa, ma anche a tutti coloro che lo stanno attraversando.
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1 mese fa
Broken into thousands of little pieces.
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1 mese fa
Grazie per le sveglie cariche di affetto, le passeggiate, il gioco, la connessione, Bubi. Hai fatto del bene a questo cuore un po’ frantumato. La tua ziasitter ❤️
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2 mesi fa
𝗣𝗘𝗧 𝗧𝗛𝗘𝗥𝗔𝗣𝗬
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2 mesi fa
Finalmente bionda.
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2 mesi fa