Nella nostra pratica, parliamo tanto di lasciare andare.
Una delle più grandi fonti di ispirazione per me é sempre stata la perdita. É un’attitudine che odio e amo allo stesso tempo, e ne riconosco l’impronta in tanti artisti che mi hanno affascinato. Qualcosa deve sempre essere distrutto affinché qualcosa di nuovo venga creato, ma spesso non ci é dato decidere cosa questo qualcosa sia, o se abbiamo il potere di evitarlo.
Con il senso di perdita è facile dirsi che, nel tempo, andrà tutto bene, ma spesso il nostro cuore non ne é convinto: il dolore verrà sepolto profondamente dentro di noi, così lontano dalla superficie che forse ci sembrerà di essercelo scordato.
Ma la verità é che le cose sepolte hanno l’abitudine di ritornare.
Lo spazio che si crea nella perdita spesso prende le forme di un’assenza, un non-luogo che non può trasformarsi né essere riempito, perché é pieno di se stesso.
A volte ci sembra che l’aria nella stanza sia stata risucchiata, il petto compresso, l’azione del rilascio dell’espirazione diventa impossibile. Ed é qui che spesso comprendi la natura attiva della resa: il dolore può essere un grande insegnante. Prestando attenzione ai suoi ritmi, puoi scoprire molte cose di te fra un inspiro e l’altro.
E forse, rimanendo in questo spazio, infine riuscirai ad espirare in quello che forse sembrerà un doloroso singhiozzo.
Avendo deciso di stare nell’assenza nascerà un altro espiro in cui ti sembrerà che tutto il peso se ne sia andato dal tuo corpo.
E man mano che rilasci il dolore, quell’assenza diventerà spazio per accogliere, accogliere l’inspiro, accogliere il senso di proposito, e inesplicabilmente e lucidamente, saprai qual’é la prossima cosa da fare.
Wearing:
@beachbody.gear.it
Follow
@orbism for more beautiful inspiration about grief
#yinyoga #katonahyoga #surrender #griefjourney #practice #yinyogatraining