Camilla Baresani Varini

@camillabaresani

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3 mesi fa
La pace, che poi stufa, ma quando ci arrivi sembra chissà che
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6 mesi fa
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6 mesi fa
In cerca delle radici, dentro e fuori dall’acqua
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6 mesi fa
Abbazia di Chiaravalle, Milano. Il mulino. ❤️
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6 mesi fa
Purtroppo la tenera e creativa Giulia Cecchettin non sarà l’ultima vittima della violenza maschile. Non sarà l’ultima nemmeno la capretta di Fiuggi, assassinata a calci senza un perché da giovani “di buona famiglia”, né le ragazze finite nei letti e nei video rubati di casa Grillo e casa La Russa saranno le ultime a sentirsi offese, tradite, violentate da “bravi ragazzi”. Nel Racconto d’inverno di Shakespeare, c’è un vecchio pastore che dice: “Vorrei che non ci fosse età tra i dieci e i ventitré anni, o che la gioventù la passasse tutta a dormire, perché non c’è niente in mezzo se non ingravidate le ragazze, dileggiare gli anziani, rubare e picchiare”. Era il 1611. La speranza è che sempre più genitori (sta a loro) educhino i figli maschi e li osservino oltre il pranzo di famiglia - in cui magari aiutano anche a sparecchiare - e ne colgano le derive dovute agli ormoni, al patriarcato, a la mala educación, al branco, alla solitudine, all’internet, a quello che volete.
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7 mesi fa
Confessione clamorosamente bella, nel senso di angosciante, giusta, scritta benissimo e in cui, secondo me, si riconoscerà il 90 per cento delle donne. A chi non è capitata nel corso della vita almeno una storia più o meno così? Quante di noi invece di denunciare sono state zitte per anni e sono persino andate alla ricerca di proprie colpe? Berta Isla è lo pseudonimo dell’autrice di questa pagina pubblicata oggi sul Foglio. Non la conosco e non so chi sia ma voglio dirle pubblicamente grazie, hai talento, sai trovare le parole e il tono giusto intimo e non lagnoso per descrivere quello che per molte di noi, ancora oggi, è indicibile.
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8 mesi fa
Questo libro di Sebald, un classico freddo come sono freddi i ragionamenti e al contempo angosciante nel riportare testimonianze e fotografie, è la lettura ideale di questi giorni, in cui al mostruoso attacco terroristico di Hamas seguono bombardamenti, macerie fumanti, corpi da raccogliere, persone in fuga senza più un tetto. #wgsebald @adelphiedizioni
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8 mesi fa
Polveri sottili, il romanzo di Gianluca Nativo, mi ha costretto ad arrivare sino all’ultima pagina. Volevo proprio scoprire come andava a finire, o non finire. È la prima volta che leggo un romanzo gay che però è come i romanzi etero. Stessi meccanismi, stesse indecisioni e sentimentalismi e rifiuti. Stessa post adolescenza tormentata, tra ansie di carriera e realizzazione nel lavoro e scoperta che tutto è differente da come lo si era immaginato. Delusioni e accensioni. Indeterminatezza, apatia, testardaggine. Napoli, Londra, Milano. Scrittura funzionale, piana. Molti dettagli in cui ci si riconosce. Le mamme, le sorelle, la voglia di fuga dal tedioso benessere delle famiglie borghesi, ma poi la solitudine delle grandi città dove non sei niente in mezzo a tanti nessuno. Quell’aggrapparsi l’uno all’altro/a che forse non è amore, è solo fatica di crescere.
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9 mesi fa
Io capitano di Matteo Garrone. Per me, un capolavoro. Quante emozioni, quante ambizioni, sogni, disastri, ingiustizie, tragedie, bellezze… Spero che sia un successo, che lo vedano tutti, che sia candidato agli Oscar, che lo vinca, eccetera eccetera… @matteo_garrone_official #iocapitano
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9 mesi fa
Sono quattro anni che Paolo ci guarda da lontano. Divertito, indulgente come sempre, o forse ormai distratto, annoiato. Noi comunque ci chiediamo ogni giorno: di questo e di quello cosa ne penserebbe?
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11 mesi fa
“Il visionario” è un romanzo che appartiene alla categoria dei libri ammalianti, perturbanti, indimenticabili. “Parigi” è il taccuino di un grande scrittore che racconta la sua fascinazione per la città adottiva. Che bisogno c’è di viaggiare quando a Parigi Julien Green trova tutta la materia possibile per studiare il mondo e ricostruirlo nei sogni? 💭💭💭 Da “Parigi”: Passato in autobus per rue Franklin. Era mezzogiorno. Un giovane operaio si è diretto verso la finestra di un pianterreno decorata da una bandiera tricolore, forse per il 14 luglio. Ha preso la bandiera, ne ha spezzato l'asta sul ginocchio e ne ha stracciato la stoffa; poi ha scagliato i resti nel rigagnolo e si è allontanato con passo tranquillo. Avrebbe fatto lo stesso con qualunque bandiera, perché nel cuore di ogni abitante di Parigi sonnecchia l'anima di un ribelle. 😡 @adelphiedizioni @longanesi_editore #juliengreen
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11 mesi fa