Claudia Durastanti

@claudia.durastanti

Writer, translator, post-punk ninja. Missitalia @lanavediteseo
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Una si è avvicinata alla scrittura biografica a passi da lupo, l'altra come se stesse scuoiando un eterno serpente. Inverni negli Abruzzi ed estati alle Hawaii per evitare un divorzio, con le scarpe rotte e la paura di cadere nel pozzo, alla ricerca del momento dorato. Giovedì 27 giugno farò una lezione intitolata «A metà strada tra Natalia Ginzburg e Joan Didion» alla Biblioteca Gugliemo Marconi di Roma (gioco in casa!), nell'ambito della rassegna Capolavori della letteratura della @fondazionedesanctis
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8 giorni fa
“A chi non c’ha cuore non gli può venire l’infarto!” Finiscono i festeggiamenti per i 40 anni più LUNGHI della storia: è da sette giorni che barcollo tra fiori, vasi rotti, bottiglie di vino, coroncine in testa, vestiti che vanno dal gotico tropicale ad alba de céspedes che scappa a Cuba, mo so finiti e non ne festeggerò più, quindi grazie per essere sopravvissuti a questi Giochi senza frontiere. Nella foto, due Clarissa Dalloway nelle grinfie di Ettore Scola ❤️
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16 giorni fa
Complimenti a Claudia Durastanti @claudia.durastanti , che con “Missitalia” vince il Premio Mondello Opera Italiana. @premiomondello
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19 giorni fa
Un tempo, nel giurassico dei miei social, ero più agile nel ringraziare libraie, librai, gruppi di lettura, mediatori culturali, agenti di vendita, festival e cooperative e soprattutto chi ha trovato del tempo da dedicare ai miei libri e ha lottato contro il traffico o l’inerzia di una giornata lavorativa per venire a una presentazione. Mettevo foto e didascalie, scrivevo messaggi articolati per esprimere una forte gratitudine ma soprattutto curiosità nei loro confronti, perché ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno aiutato a vedere questi romanzi come oggetti mutanti, anomali, in perenne trasformazione e mi hanno lasciato capsule del loro presente e del loro passato. La lingua mi si è un po’ contratta, come in Siamo stati felici nel futuro, ma è diventata anche un po’ più cristallina e spero mirata, per dire che la gratitudine e la curiosità resta, e vorrei avere più tempo per aggirare la retorica dello small talk per stare insieme e rubare ancora delle definizioni che poi spaccio per mie nelle presentazioni successive. Ci metto una vita a rispondere, ma in qualche modo arrivo, ho una memoria devastata per i nomi, ma ricordo tutte le facce, e me le ricordo tipo per sempre. Thanks, owe you a lot. Deluge, Hitoshi Karasawa, 1990
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1 mese fa
Una copertina ipnotica per un libro ipnotico, che urla per essere letto fino a tarda notte e passato alla persona più vicina il giorno dopo. Come bisogna reagire quando qualcuno ci confessa di «non aver mai letto un libro così?» E quanti libri meritano una definizione di rottura e originalità, arrivando a rappresentare qualcosa di unico in un panorama editoriale affollato? Su “Coniglio maledetto” di Bora Chung ci sono pochissimi dubbi: è un libro di questo tipo. Nell’arco di dieci racconti, riesce a creare mondi che spaziano dall’horror coreano alle fiabe russe, dalla fantascienza al romanticismo masochista. Per chi ama la scrittura di Angela Carter, Ottessa Moshfegh e Sayaka Murata, questa raccolta di racconti, già tradotta in 22 paesi, si presenta con una reputazione quasi magica: le sue favole surreali e agghiaccianti ci portano in un mondo in cui conformismo e oppressione sociale generano maledizioni da infrangere con nuove forme di vendetta e violenza, ma a volte anche con una risata surreale. “Coniglio maledetto” di Bora Chung, nella traduzione di Andrea De Benedittis, vi aspetta in tutte le librerie.
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1 mese fa
The press asked for a picture in my hometown and the only thing I could summon was a nineteen year old kid running in the woods with her friend on August 15 for some pagan ritual that never happened and managed to be the talk of the town for two days and then it was gone; in lucania we were briefly crazy in our wild wild country core
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1 mese fa
The Alba de Céspedes Committed Novelists Department. Grazie @miumiu e grazie a Olga Campofreda, Francesca Massarenti e Martina Pala for putting these wonderful panels together. P.S: nella foto, scrittrici e critiche con cui si ha sempre il fortissimo desiderio di parlare.
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2 mesi fa
Presentazioni imperdibili e dove trovarle: alla @libreriamalaparte oggi Alessandro Raveggi @colossale ha presentato al pubblico attentissimo la struttura e le tematiche del nuovo romanzo di @claudia.durastanti "Missitalia" (e già il titolo è un delizioso gioco enigmistico-poliglotta). Ascoltare Claudia Durastanti è sempre un piacere: prendo appunti ogni volta che esprime un concetto anche solo per l'originalità degli accostamenti lessicali, per la colta esposizione, mai erudita e sempre "popolare". Mi sento fortunata ad averla incontrata, come scrittrice e come persona. Evviva la scrittura, evviva la lettura! #claudiadurastanti #alessandroraveggi @lanavediteseo @libreriamalaparte #missitalia #sud #brigantaggio
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2 mesi fa
Literatur, zumal die allerbeste, liebt die Gesetzesübertretung. Besonders ums siebte Gebot – «du sollst nicht stehlen» – haben sich Künstler*innen, zumal die innovativsten, in den letzten 4800 Jahren wenig bis gar nicht geschert. Der Weg zur Unsterblichkeit ist gepflastert mit Maskerade, Adaption und Imitat. Pastiche, Parodie, Persiflage bis hin zu den unverfrorensten Plagiaten – die Liste der literarischen Handlungen aus zweiter Hand ist lang. So lang, dass der wohl einflussreichste Literaturwissenschaftler der Nachkriegszeit, Gérard Genette, eine ganze Literaturtheorie aus ihr zusammenklauben konnte: die Theorie des Textes als Palimpsest, als Produkt ständiger Überschreibungen. In drei viel beachteten Romanen von Hernan Diaz, Benjamín Labatuat und Catherine Lacey hat unsere Autorin Claudia Durastanti eine besonders zeitgemäße Variante dieses zeitlos innerliterarischen Entwendungsgeschehens aufgespürt. Es vollzieht sich, so Claudias These, im umkämpften Gebiet zwischen Autofiktion und Roman. Hat die Autofiktion jahrelang den Roman für ihre egozentrisch-exhibitionistischen Zwecke ausgeweidet, schlägt heute die rächende Stunde des Romans, der sich von ihr zurückholt, was er nicht von sich lassen kann.  Warum Stehlen nicht automatisch gewaltsam, Ausborgen nicht immer gutmütig und bedingungsloses Schenken kein Verlustgeschäft sein muss, lest ihr in Claudia Durastantis hinreißendem Rezensionsessay. Jetzt auf blnreview.de, ganz ohne Paywall. Um aber unseren gesamten Content, bald auch in Print, zu genießen, schaut euch auf unserer Abo-Seite um, gebt euch einen Ruck und schließt eines ab. Mehr dazu auf blnreview.de/abo. @claudia.durastanti @catherinelacey_ @riverheadbooks @fsgbooks @picadorbooks @lanavediteseo @suhrkampverlag @aufbau_verlage @pushkin_press @anagramaeditor
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2 mesi fa
The new book has been out for a month now and this short Texan stint got me thinking about what’s changed in the way I feel about writing and exposure (so many things here), the whole time/value project Rosa Spina is obsessed about, the undercurrents of landscape and toxicity affecting my quietness. This ongoing switch between la festa totale and la malinconia totale I’ve been feeling. I’m grateful for the people I’ve met these days, for discussing my novels in translation (Missitalia will have different titles, translators will want to kill me and I love them all!) for readers who keep sharing their ideas about what I’m doing and spending time with the work and sending beautiful fractal interpretations. In my mind I’m always riding in a truck thinking about what’s next. Truth is I don’t drive at all and now Texas feels more Basilicata than Bill Callahan does, but I started from somewhere and I still think about it. Sometimes.
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2 mesi fa
La nuova edizione di Autoritratto di Carla Lonzi esce il 7 maggio per @latartaruga_edizioni , sempre a cura di Annarosa Buttarelli. In copertina, l’immagine che Carla Lonzi avrebbe voluto per la prima edizione del 1969. È Santa Teresa di Lisieux nei panni di Giovanna d’Arco, durante una recita nel 1895. La piccola squadra dietro La Tartaruga ha lavorato a lungo con il Carmelo di Lisieux per ottenere i diritti e io mi sento particolarmente grata per questo impegno. In un testo che deve così tanto all’immagine, da oggi questa foto spera di rientrare ufficialmente nell’album affettivo e relazionale di Lonzi, e nella storia delle sue visioni.
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2 mesi fa
Quando ho ricevuto l'incarico di curare La Tartaruga nell'estate del 2021, ho pensato subito che mi sarebbe piaciuto ripubblicare l'opera di Carla Lonzi, la living trilogy di Deborah Levy e la trilogia di Copenhagen di Tove Ditlevsen. Queste le prime impressioni, legate a letture che sono state fondamentali soprattutto nella mia vita adulta, ma nel caso di Levy e di Ditlevsen i diritti erano stati già presi o in fase di trattativa, e queste autrici sono state felicemente pubblicate da NN e da Fazi. È dunque con un forte senso di piacere che sto lavorando alla prefazione di Infanzia, Gioventù e Dipendenza in uscita in un singolo volume per Fazi, perché spero di raccontare quanto è stato importante scoprirla in un momento in cui mi sono fermata a pensare per davvero a come le questioni di classe condizionano un immaginario letterario, dopo anni in cui ho evitato anche solo di pensarci. La seconda edizione del Festival di Letteratura Working Class dal 5 al 7 aprile dedicherà un focus alle scrittrici e agli scrittori working class nella tradizione letteraria del Nord Europa, e basta sapere che non solo questa tradizione esiste, ma conta di una visibilità manifesta nei programmi scolastici, nei dibattiti pubblici, e anche nel riconoscere le proprie autrici per quel che sono, senza occultarne dei pezzi in ragione di una maggiore e presunta spendibilità commerciale. Si potrebbe dire molto della ricezione di Annie Ernaux in Italia da questo punto di vista, in cui è sembrato a lungo che la riflessione sulla propria condizione femminile nella storia dovesse avere la meglio su qualsiasi altro aspetto della sua vita materiale, sulla sua riflessione sui rapporti di classe, come se la lettura di certe opere dovesse procedere per ondate in cui si seleziona una lente rispetto a un'altra. Ma l'opera quella è, in tutte le sue sfaccettate contraddizioni, e sa tenere insieme molti argomenti. [Di Tove Ditvlesen parlerò con Valeria Parrella e Nicklas Freisleben Lund il 5 aprile al Festival di Letteratura Working Class se l'influenza non mi stermina prima.]
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2 mesi fa