Ilaria Fornasari

@il_ariayoga

...just evolving into who I've always been... ✨ 🪷 insegno e studio yoga 🧘🏻‍♀️RYT 200 @akhanda_yoga
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Non so dire quante volte io sia rinata, ma negli ultimi tre o quattro anni, sicuramente tante, e negli ultimi nove o dieci mesi ancora di più. Negli ultimi quattro mesi poi, queste numerose piccole morti e le conseguenti rinascite sono state sempre più ravvicinate tra loro, tanto che lo spazio tra le une e le altre si è fatto quasi impercettibile. Eppure è in quello spazio, dove tutto sembra congelato e invece tutto è in fermento e arde, dove tutto sembra statico e invece c'è movimento, dove tutto sembra arido e invece è già stato piantato un seme che troverà terreno fertile per germogliare, lì, in quello spazio, mi vedo. Mi vedo per come sono. Non vedo le mie numerose piccole morti e le conseguenti rinascite, vedo solo che non esistono né le prime né le seconde. In quello spazio, io sono, sono sempre stata, e sarò sempre. Se non così, in un altro modo, ma quello che vedo sarà, indipendentemente da me. E suona strano anche a me, e non so spiegarlo altrimenti, ma so che più pratico, più mi sembra di praticare poco, perché ogni volta è un tassello in più, o uno strato in meno, dipende dai punti di vista ed entrambi sono veri. Più pratico, più "quella roba lì" la sento, quello di cui sono fatta lo vedo, e vederlo ovunque e in chiunque è quello che mi fa pensare che io sarò, indipendentemente da me. Perché io sono esattamente te, lui, lei, i miei gatti, l'orto di mia mamma... E devo ancora capire se quest'esigenza di scriverne sia davvero una necessità espressiva o un tranello dell'ego (ma eviterò di dirmi che sono una studentessa da spender poco e continuerò a cercare di capire a quali dubbi dare retta), sta di fatto che dopo ogni pratica io sono "nuova" ma anche l'unica cosa possibile. Sono questa. SO HAM. #sadhana #postsadhanathoughts #akhandayoga #blessed
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1 anno fa
Quanto è difficile essere madri di sé stesse...! Non è nemmeno più una domanda, è una constatazione: essere madri di sé stesse è molto difficile. Credo che sia anche meraviglioso, perché ho intravisto qualche luccichio, ho percepito una morbidezza nuova, quindi sì, dev'esserci anche la meraviglia oltre alla fatica. Forse proprio perché c'è la fatica. Non lo so e poco importa. Che stare sempre a chiedermi il perché e il per come mi ha tenuta immobile fin troppo a lungo. È difficile e meraviglioso. Punto. E lo si può dire solo se lo si fa. Punto. Oggi mi sono rivolta a una stesa di carte per vederci chiaro, ma è stato solo guardando negli abissi più scuri e profondi che ho intravisto quel luccichio, che ho sentito di potermi fidare, che ho visto che sì, qualcosa doveva cambiare, ma che potevo permettermi di non temere il cambiamento. Le carte mi hanno suggerito la direzione in cui guardare, e quello che già sapevo si è palesato. Spesso è tutto più semplice di quanto pensiamo. Tranne essere madri di sé stesse, quello no, è una fatica. 😅 #personalgrowth #selfmothering #awareness
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4 giorni fa
La magia esiste. La magia accade. E accade proprio a noi. Solo che non ci siamo abituati. O meglio, non siamo abituati ad accorgercene perché in un certo momento della nostra vita abbiamo iniziato a relegarla, per tantissimi motivi e condizionamenti, a un mondo immaginario, lontano da noi, alle favole per bambini... Eppure la magia non è immaginaria, non è lontana da noi, e non appartiene solo alle favole per bambini. Bambini che siamo stati tutti, con quella naturale capacità di creare qualunque cosa con l'immaginazione. Bambini che in parte siamo e saremo sempre, e allora abbiamo e avremo sempre accesso a quella capacità di immaginare e creare. E in questo processo non siamo mai soli: la natura ci viene in aiuto, ci supporta, ci accoglie, ci nutre, ci sfida e ci testa per spingerci fuori dalla nostra zona di comfort e farci scoprire che oltre quel limite che ci imponiamo c'è un universo di possibilità, un universo di magia. Nel percorso si può essere tanto fortunati da trovare anime affini, anime brillanti, anime che ti guidano, anime che ti scompigliano, che ti accompagnano, che ti sostengono, che ti abbracciano, che ti accolgono, che ti ascoltano, che ti aprono gli occhi, che ti aprono il cuore... Che camminano con te, su quella stessa terra umida, sotto le stesse gocce di pioggia. Sabato scorso è accaduta una magia. Anzi, ne sono accadute diverse. La magia del bosco, con la sua pace e la sua potenza, la magia del contatto dei piedi nudi con la terra bagnata, che ti rimette in contatto con te stesso e la tua natura, la magia del corpo che si muove, balla, si dimena, che incontra altri corpi in abbracci che ti rimettono insieme i pezzi, la magia degli sguardi, dei sorrisi, delle lacrime, delle urla liberatorie, dei canti e degli incanti. La magia delle consapevolezze, anche scomode, soprattutto scomode, dei vuoti ("che sono pieni di possibilità" per citare una di quelle anime che si incontrano nel percorso...), delle risorse, delle occasioni. Cele, Auri, Meg, Giulio, Marcello, Gianluca, Gigi: semplicemente GRAZIE 🙏🏻 #festivaldeivisionari @celeste_concari @aurora_farli @giulio_scarano85 @megvibes_ @lo_spirito_guida @gianluca.gotto @runico_69
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10 giorni fa
@akhandayoga_institute Bologna Meeting Day 3 Pure joy and gratitude. Got back home with immense amount of inspiration. Thank you Guruji! @dr.yogrishi 🙏🏻
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17 giorni fa
Vasudev Kutumbakam. We are all one. Ed è proprio vero. Questo meeting è stato speciale ma anche ovvio, perché non poteva che essere così. Le connessioni, le emozioni, gli scambi, la saggezza, i rituali, le esplosioni di gioia, i sorrisi, le lacrime, le domande, le risposte, le domande senza risposte, i vuoti, i sospesi, la leggerezza, la densità, l'intensità, la profondità, il nuovo, il noto... C'è stato di tutto e di più. Ogni abbraccio mi ha ricaricato, ogni pratica mi ha rigenerato, ogni rituale mi ha liberato, ogni sorriso mi ha nutrito. Non ci sono stati sconosciuti in quei giorni, solo anime che finalmente si incontrano e si riconoscono. Mi scoppia il cuore. Mi scoppia il cuore di gioia che esce dagli occhi. Mi scoppia il cuore come ogni volta che si sente di essere a casa. Non potrò mai ringraziare abbastanza @pierocasanova e @dr.yogrishi per aver portato al @kutir.yogabologna questa magia. E non avrò mai abbastanza parole per esprimere tutta la mia gratitudine ai miei maestri, ai miei compagni di viaggio e a chi è entrato nella mia vita in questo weekend. Vi voglio bene. I love you Akhanders, I feel so blessed and you have a special place in my heart ❤️🙏🏻 ...menzione speciale per @alessandro.hassan che ha assecondato un delirio dell'ultimo minuto (😅) e mi ha permesso di portare letteralmente l'Akhanda family sempre con me, tatuata dove stare, sul cuore... 🙏🏻 #akhandameeting #akhandafamily #akhandayoga #vasudevkutumbakam
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22 giorni fa
Il caso non esiste. Il Carro, 7. Elefante, 25. 2+5=7. La scorsa settimana erano La Giustizia (8) e La Rana (62. 6+2=8). Il caso non esiste. E oggi sono arrivate loro, che in comune hanno l'unione di due energie, la forza di non fermarsi davanti a niente e nessuno, gli ostacoli li sbriciolano, e continuano il loro viaggio. E io in questo mio viaggio ho proprio bisogno della loro energia a sostenermi e spingermi. E che siano proprio loro due ad aver parlato alla mia mano è assurdo e meraviglioso, perché è proprio di loro che parlo da qualche settimana... Il caso non esiste.
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1 mese fa
È tutto assolutamente naturale: queste due bellezze fanno quello che sono chiamate a fare, è la loro natura. La prima ha creato "un'orecchia" proprio dove prima ce n'era un'altra (staccatasi in seguito a una rovinosa caduta dopo che i miei gatti, giocando, hanno fatto traballare e infine capitolare il vaso). Si può dire che in mezzo a quella ferita è rimasto un vuoto dal quale è potuta uscire altra vita. E magari c'è anche una regola botanica, una spiegazione scientifica a tutto questo, ma io non la so e vado per suggestioni. La seconda semplicemente vive, crea con la sua energia, si riproduce, continua la vita... Tutto assolutamente naturale, tutto avviene silenziosamente, lentamente e poi di colpo, come un segreto celato che quando viene svelato si fa sentire a gran voce. La natura. Ma noi, piccoli umani che sappiamo di essere piccoli e vorremmo sentirci tanto tanto più grandi, almeno potenti quanto lei, quanto la natura, quando cogliamo quel segreto rivelato lo salutiamo come se fosse un regalo fatto proprio a noi: "Ma ciaoooo! Ma quanto mi vuoi bene che mi hai fatto questo regalo??? Nonostante i gatti che ti hanno buttato a terra, nonostante a volte mi dimentichi di darti l'acqua... Ma grazie...". In realtà a me piace pensare che in parte sia vero, che ci sia questo rapporto tra me e queste orecchie che ogni tanto me ne regalano di nuove, come se fosse il loro modo per parlarmi, per rispondere ai molti discorsi che io faccio loro... Loro sanno tanto di me, sono una chiacchierona, e senza parole devono pur trovarlo un modo per interagire. Beh, questo modo mi sembra molto più bello del mio. E anche se con me non dovesse avere a che fare, io continuo a ringraziarle. 💚
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1 mese fa
Un mese esatto fa ero in Italia da un paio d'ore... Avevo ancora addosso profumi e odori "di là", e in testa una serie di fotogrammi che si rincorrevano mentre i miei occhi e le mie orecchie cercavano per le strade di Piacenza qualcosa di familiare, ma non c'erano né vacche né clacson ad accogliermi, a farmi sentire un po' a casa. Tutta quella vita, tutta quella quantità di stimoli, di densità, intensità, odori, colori, animali, persone, tutta quell'energia... E qui tutto questo spazio. Ordinato, semi deserto, in palette. Ho avuto un po' il rigetto, e il "giudizio facile" di quando si rientra da un viaggio stupendo: "là è meglio". Non è che questo giudizio continui, ma continuo a pensare "là stavo meglio". Forse là non È meglio, ma io là STAVO meglio. Con meno strati di vestiti addosso, ma addosso avevo comunque una marea di roba. Addosso e dentro. Mi sono quasi "offesa" quando da Rishikesh la tabella di marcia ci ha messo su un taxi per Delhi, e il giorno dopo su un taxi per l'aeroporto: era il mio inizio, stavo iniziando a sentire qualcosa. Quella microscopica intuizione, quel primo gradino, quel primo passo... Come se stessi guardando i primi dieci minuti dell'episodio pilota di una serie tv straordinaria, e poi fosse andata via la luce. Bon, finito, accendi una candela e leggi adesso, fai altro. Un trauma... Uno strappo. So che tutto ha un senso, so che, come ha detto Vishva, "vai in India con un piano, ma è l'India che ha un piano per te", e io mi fido ciecamente di quel piano, di quello che mi ha fatto e dato, di quello che sta continuando a farmi e a darmi, e di come continuerà. Lo sento che non c'è stato nessun vero strappo, che è stato davvero solo l'inizio. L'India mi sta rigirando il mondo dentro, e cerco di tenere le antenne dritte per non perdermi un singolo segnale. Intanto lascio che quei fotogrammi scorrano e mi facciano compagnia, e da qualche giorno c'è lui: quel bambino dal sorriso dolce, dagli occhi incredibilmente belli e attenti. Vorrei dirti tante cose, e probabilmente manco le capiresti, ma la verità è che vorrei che fossi tu a dirne tante a me. #missingindia #omnamahshivaya
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2 mesi fa
Quante volte si può dover lasciare andare la stessa identica cosa? La stessa identica situazione? Quante volte torna, pesa, distrae, confonde...? Sarà poi davvero la stessa? In ogni caso, quante volte ci troviamo a dover lasciar andare? Non so rispondere a queste domande, ma so che TUTTE LE VOLTE lui c'è. Arriva dopo aver evidentemente captato col suo potentissimo radar le mie vibrazioni basse, quando non sotterranee, o più semplicemente dopo aver riconosciuto un respiro diverso, dopo aver fiutato un bisogno, e allora si raggomitola lì, preferibilmente sullo stomaco, mi guarda un po' come se volesse dire "Eccomi, ci sono io adesso", allunga una zampa sul mio cuore, e inizia il suo concerto sperando che le sue frequenze trasformino le mie. E accade sempre, alla fine. Perché a questo tipo di vibrazione, a questo tipo di calore, a questo tipo di affetto, non si può proprio restare indifferenti né immuni: è un abbraccio potentissimo quello dei gatti. Quello di Oliver lo è anche per la sua stazza, dieci chili e più di fusa sullo stomaco hanno di certo un effetto straordinario...! 😆 #catpower #cattherapy #lifewithcats
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2 mesi fa
Praticare in natura riassesta, svolta la giornata, cambia l'umore... Che sia una pratica di asana, di meditazione, di mantra (e io oggi sono stata generosa e mi sono regalata il tris completo - e attenzione ad usare la parola "generosità" e non "ingordigia": non si può fare indigestione di benessere, serenità e pace!), sembra più potente se si è in contatto con lei, Pachamama. La natura insegna solo se viene ascoltata e osservata, e per ascoltarla e osservarla bisogna praticare silenzio e presenza. E queste due pratiche mi stanno restituendo le mie domeniche: da amare quali sono sempre state, sembra si stiano addolcendo, come se l'universo avesse capito che, fatica dopo fatica, sto trovando il modo di farmi una coccola e volesse trovare il modo di renderla ancora più dolce, più calda, come oggi, che ha fatto uscire il sole. Quando si è lì, presenti, si "sparisce": sparisce chi sei tu abitualmente, non sei la persona che va a fare la spesa, che va alle feste, che mangia con la tv accesa, che incrocia sguardi, che si fa domande, che ha paura, che ha l'ansia, che è allegra o triste... No. Semplicemente SEI. Cosa? Manifestazione. Di quello che c'è. Fluisci. E allora ti ritrovi a riposare al sole, a giocare con un filo d'erba, a stiracchiarti le gambe mentre guardi il cielo (aaaaah che bellezza stare sdraiati a guardare il cielo!), ad accarezzare un cagnolino che approda sul tuo tappetino, a salutare la stessa coppia che prima, vedendoti in silenzio, ha interrotto la conversazione con gentilezza e grazia. E poi ti ritrovi a provare un'immensa gratitudine. E inizi a portare quella stessa presenza alla persona che sei abitualmente: quando fai la spesa, vai alle feste, mangi con la tv accesa, incroci sguardi, ti fai domande, hai paura, hai l'ansia, sei allegro o triste... Ti accorgi. Ti rendi conto. Sei presente a quella tristezza o a quell'allegria, all'ansia, alla paura, alle domande, agli sguardi, alla tv accesa mentre mangi, alle feste, al supermercato mentre fai la spesa. E ti ricordi. Cosa? La tua natura. Giocosa, gioiosa, beata e in espansione. Oh yeah baby! Giocosa! E il mio gioco della domenica l'ho trovato! 😊 #akhandayoga #sadhana #gratitude
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2 mesi fa
La domenica mattina difficilmente sono felice. Le campane, lo spadellamento dei vicini, le loro voci mi ricordano la condizione di solitudine che sto vivendo, che a tratti mi piace tantissimo, la domenica mi pesa. Mi pesa svegliarmi nel silenzio e non avere nessuno a cui preparare la colazione, eccetto i miei gatti, sempre i primi a mangiare. Ecco, la domenica mi assale questa malinconia, a volte dolce a volte amara, che ho smesso di ignorare. Anche la Candiani parla dell'importanza di non ignorare la sofferenza ma accoglierla. Accogliere e accettare sono pratiche necessarie che sto sperimentando da un po'. Candiani parla anche della meraviglia... Aaaaah che bella la pratica della meraviglia! Non so neanche se definirla una pratica, perché in questo invece sono sempre stata un talento. Mi meraviglio naturalmente di qualunque cosa, anche di quelle che conosco da sempre: la luna piena è la stessa che guardo da 38 anni, eppure ogni mese per me è uno spettacolo straordinario. La musica fa parte della mia vita forse da quando ero solo un pensiero nella mente dei miei genitori, ma ogni volta che c'è un concerto scoppio di gioia. Le mie amiche sono pezzi di me da decenni, eppure quando le vedo mi sembra di avere davanti opere d'arte e le abbraccio come se fosse sempre una festa... Stamattina, per non sentire troppo silenzio e troppa solitudine, ho spalancato le finestre come d'abitudine e ho assistito a un concerto di uccellini. Non era abbastanza: ho caricato la lavatrice, e il rumore dell'acqua nel cestello mi ha cullato. Quindi, tra un cinguettio e un giro di centrifuga, mi sono guardata i piedi. E ho iniziato a muovere le dita osservandone attentamente i movimenti, come un poppante che li scopre la prima volta e li studia meticolosamente. Mi è venuto in mente quando Elisa durante il teacher training ci diceva che è possibile, con un po' di allenamento, muovere un dito del piede per volta. Ho iniziato a provarci, con scarsi risultati, ma mi sono sentita terribilmente presente. Ed è sopraggiunto un pensiero: "Com'è che in India tutto mi sembrava possibile, e qui non riesco a muovere un dito per volta?". Quanto mi manchi India... Quanto...! #presenza #meraviglia
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2 mesi fa
"I RELEASE CONTROL AND SURRENDER TO THE FLOW OF LOVE THAT WILL HEAL ME". Ieri è stata una serata particolare, ansiogena, stanotte è stata piena di incubi e fantasmi, questa mattina è stata avvolta da una nube densa e soffocante di pensieri, giudizi, ansie. Le mie amiche sono le mie ancore, mia sorella è il mio faro, e con loro posso condividere quello che mi succede senza sentirmi giudicata, anzi, sentendo nelle loro parole un abbraccio compassionevole, un'onda di amore, anche - e soprattutto - quando le loro parole mi riportano alla realtà. Lo fanno con la stessa amorevolezza che a volte non ho con me stessa. Loro mi hanno ricordato queste bellissime parole: I release control and surrender to the flow of love that will heal me. Lascio andare il controllo e mi arrendo al flusso dell'amore che mi guarirà. Lascio andare il controllo. Lascio andare... Pasquetta.Lasciar andare. Pasqua.Passare. Si tratta di passaggi, e qualcosa da lasciar andare c'è sempre se si vuole rimanere nel qui e ora, nel presente, l'unico vero spazio e l'unico vero tempo in cui SIAMO. Ho preso l'harmonium e ho iniziato a suonare e cantare queste parole, prima a occhi chiusi, poi ad occhi aperti, e guardando davanti a me ho notato cose mai viste prima: la statua del Buddha mi è sembrata imperfetta perché da una parte c'è uno spazio vuoto tra il braccio e il tronco, dall'altra no. C'ho messo un po' a capire che non era imperfetta, e che quello spazio "pieno" era il tessuto che scende dietro la spalla. Ho visto la foto di quando ero in Irlanda, a 14 anni. Ricordo quel momento come fosse ieri: ho chiesto a Sarah di immortalare lo scricciolo che ero in confronto a quell'albero mastodontico, nonostante fossi timida e non amassi farmi fotografare, e quando mi diceva di essere troppo lontana io per vergogna la allontanavo sempre di più. Risultato: non mi si vede quasi per niente, si direbbe che è una foto imperfetta, ma per me rappresenta esattamente l'essenza di quel momento. Quella campana tibetana non riesco a usarla per i massaggi nel modo in cui l'hanno usata su di me, ma ha un suono meraviglioso. Lasciar andare il bisogno di perfezione è l'unico modo per vedere quella perfezione. Release.
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3 mesi fa