L’indomito padre Alex Zanotelli, simbolo del pacifismo internazionale, da sempre in prima fila e controcorrente per aiutare gli ultimi, festeggia 60 anni di sacerdozio a Livo, fra le montagne di Trento, dove è nato il 26 agosto 1938. Missionario comboniano, ha abbracciato l’Africa in Sudan e Kenya. Il suo centro sono le periferie. Oggi il Rione Sanità. […]
Com’è andata in Kenya?
«Ho vissuto 12 anni tra i baraccati di Korogocho, a pochi metri dalla più grande discarica del mondo. Lì ho compreso il vero significato del Vangelo. L’ultimo giorno un gruppo di persone ha insistito affinché non me ne andassi senza una preghiera “su di me”. È durata tre ore. Alla fine, uno di loro mi ha invitato a inginocchiarmi. “Imponete le mani su di lui”. Sentivo centinaia di mani sulla mia testa». […]
Ha avuto crisi di fede?
«Sì, tante, soprattutto nell’inferno di Korogocho. Di fronte alla morte dei bambini e ragazzini per fame, sete, ma anche malattie come l’Aids, mi sono domandato: Dio dov’è?».
Come le ha superate?
«Mi hanno aiutato i poverissimi dello Slum, che non perdono la speranza nonostante la miseria estrema e assurda. E in particolare, mi ha segnato Florence, una ragazzina di 17 anni. Una notte ero al suo capezzale: soffriva terribilmente a causa dell’Aids, era piena di piaghe. Eppure, sul letto di morte pregava con una luminosità impressionante. Le chiesi: ma chi è Dio per te? Mi rispose: “Dio è mamma”».
L’intervista integrale di Domenico Agasso è su La Stampa e al link in bio
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