Silvia Bombino

@silviabombino

Leggo tutto, come Robert Redford🙎🏼‍♂️nei Tre giorni del Condor 🦅
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Il 3 giugno era il compleanno di Michela Murgia e sono stata tra le fortunate quasi mille persone che hanno potuto «festeggiarla come mi pareva» al Teatro Carcano di Milano. Dico fortunata non solo perché è sempre una benedizione sentire le parole di questa pensatrice straordinaria, ma anche in senso pratico: oltre quindicimila persone hanno cercato di esserci, ha detto sul palco @giammei e mi ha confermato l’editore Mondadori. Di tutto quello che è stato detto, e pianto, porto con me un mantra. Quando pestano gli studenti inermi, quando deridono chi non li ha votati, quando mandano i pro-vita nei consultori, non chiederti «che cosa avrebbe detto Michela Murgia?». Chiediti: che cosa vorrebbe che dicessi io, Michela Murgia?
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25 giorni fa
Ci sono vari modi per occuparsi di ambiente e di futuro. Stefano Accorsi da un paio d’anni progettava uno spettacolo che vuole aiutarci a prendere consapevolezza della crisi climatica, Planetaria, che va in scena tra il 7 e il 9 giugno, mentre in Europa si vota per il futuro, appunto. Guardate i programmi elettorali, perché è importante. Accorsi mi ha detto «mai dire mai» quando gli ho chiesto se pensasse, un giorno, di fare politica attiva. Sicuramente ha studiato, e in questo spettacolo ha portato gli scienziati a parlare. Lui vorrebbe che sui temi ambientali la strada fosse indicata da loro, e che ci fosse un accordo bipartisan, trasversale, perché, come per i diritti civili, riguarda tutti. Ma poi alla fine è la volontà politica che smuove le cose. E al governo ora c’è il ministro Lollobrigida che ha una visione opposta a lui, a partire dalla carne coltivata. Non facciamoci travolgere dagli slogan, informiamoci e studiamo. Questa è la strada. L’intervista è al link in bio Ph. Chico De Luigi
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1 mese fa
Chi lo poteva immaginare, lo scorso settembre, che la persona che avrebbe parlato, difeso, spiegato l’antifascismo in Italia nel 2024, prima con Bernardini De Pace in studio e oggi con Antonio Scurati assente, era @serenabortone ? È un onore averti intervistata (al link in bio). Grazie. Per aver fatto le domande scomode e aver denunciato i bavagli.
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2 mesi fa
Gianna Nannini è nata nel 1954, quindi è esattamente una «boomer». A giugno compie 70 anni ma se glielo dici ti guarda stupita: «ho 41 anni, sono nata (e non rinata) nel 1983». Mi ha spiegato il perché in questa intervista, in cui abbiamo parlato anche di figli pre-adolescenti che ti giudicano «cringe», di guerra e di pace, del presidente della Corte Costituzionale Barbera e di «cazzi suoi» insomma. Incontrarla è stata un’esperienza travolgente e sconvolgente. L’intervista è al link in bio.
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3 mesi fa
Il prof Roberto Vecchioni ha parlato. Leggere il suo Tra il silenzio e il tuono - che è una lunga poesia sull’amore e il dolore, in tante forme, mai retorica, sempre viva e pulsante - è un’esperienza meravigliosa, che consiglio a tutti. Abbiamo parlato di come può stare un uomo che oggi a 80 anni e che deve scegliere ogni mattina di alzarsi dal letto, di genitori orfani di figli, di distanze e riavvicinamenti, di mogli che si perdono perché sono state madri e le madri soffrono in un modo tutto diverso dai padri. «Mi capita spesso di lacrimare» mi ha detto, come se fosse solo una faccenda fisiologica. Ma ha anche volato ed è sempre un ragazzo che sogna. «Vivrò fino a 95 anni», ha riso. «Perché per altri 14 o 15 anni desidero andare al mare». Grazie prof che sei sempre tu❤️ L’intervista completa al link in bio Photo by @amilcareincalza
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4 mesi fa
Gli occhi suoi, e quelli di suo figlio Heima. «Quello che mi ha sorpreso è stato scoprire di poter piangere in sette secondi: basta che lui mi guardi negli occhi per qualche istante e sono irrecuperabile. Ovunque mi trovi, mi riempio di lacrime, senza freni, senza controllo...». Il motivo me lo ha spiegato nell’intervista (al link in bio). È stato un privilegio poter intervistare Alessandro Borghi e scoprire una bella persona, gentile, libera. Non smettere mai di insegnare il mestiere «ai pischelli», da te possono imparare solo cose buone.
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4 mesi fa
Anche meno. Max Angioni lo dice ogni tre-quattro parole, ma non se ne rende conto. Per fortuna Pintus glielo ha fatto notare, e quindi lui ha intitolato così il suo spettacolo, che debutta il 16 febbraio a Ferrara. Ho intervistato Max prima di Sanremo, e ho scoperto che quell’anche meno non è una posa, ma una prudenza che ha radici lontane, nella sua infanzia di bambino un po’ solo. Che è diventato un uomo folgorato dall’ordine di Marie Kondo, che va all’estero con la sua stand up, che pensa tantissimo prima di parlare, e che continua la terapia. In bocca la lupo per il tuo tour Max, sei una bella persona. L’intervista completa al link in bio.
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4 mesi fa
Ora di religione in una scuola primaria di Coverciano, provincia di Firenze, in una classe di quinta. Prima del ponte dell’Immacolata si è iniziato a parlare dell’Avvento, e questa settimana l’idea è stimolare i ragazzi - nel 2023, gli alunni di quinta elementare hanno 10 anni, tra un mese si iscrivono alla scuola media e se li chiami bambini ti mangiano - con un giochino. Un quiz facile, che nulla ha a che vedere con i videogiochi complicatissimi di cui molti già completano i livelli a casa. Domanda: Tu credi a Babbo Natale? Risposte: sei sì, sei no, due forse. A.A.A. Attenzione spoiler: se siete in quella metà di mondo in cui Babbo Natale arriva ogni anno a mangiare il vostro biscotto, bere il latte e dare la carota alla renna, non proseguite. Un risultato che non desta stupore: a quell’età molti hanno già iniziato a incalzare i genitori, altri «fingono» di crederci per i genitori o per timore che non arrivino i regali se mettono in discussione l’autorità, altri ancora hanno già visto su Netflix i 400 film di Natale in cui dei coetanei americani dibattono del tema. Insomma: se avete incontrato un decenne che vi ha detto, sicuro, convinto, che crede a Babbo Natale, senza dubbi, probabilmente è un’intelligenza artificiale programmata per mentire. Prosegue al link in bio. E voi credete al Babbo?
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6 mesi fa
Non è facile essere onesti con se stessi, prima che con gli altri. Federica Pellegrini vive in un raggio di sole in questo momento, e illumina tutto quello che le sta attorno. Sarà per questo che le viene facile raccontarsi e raccontare anche quello che di solito si tiene nascosto, per paura dei giudizi. Lo avevo scritto tempo fa, qui: è una coraggiosa, al di là della vasca del nuoto dove l’abbiamo conosciuta. A lei e alla sua «meringa» auguriamo tanto amore. «Amore vero» come dice lei.
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6 mesi fa
Paola Cortellesi dice che quando era una ragazza andava in giro con la tuta in acetato e non era un’adolescente facilissima. «Una volta si diceva “maschiaccio” oggi no, è uno stereotipo». Quando cinque anni fa, sul palco del David di Donatello, fece quel famoso monologo sul femminile dei nomi, erano appunto cinque anni fa: di tempo ne è passato, e oggi la sua battaglia passa sempre dalle parole («la traduzione dei pensieri») e lei è sempre attenta a quei «dettagli», ma vuole anche essere molto pratica. A Giorgia Meloni e Elly Schlein chiede di lasciare da parte, per un attimo, il gruppo da cui vengono, e sedersi a un tavolo con lei e @unanessunacentomila_fondazione per parlare di #femminicidio . Possibile?
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7 mesi fa
La fotografia di questa estate strana, lunghissima, affollatissima, estrema, pienissima sono le mie figlie che corrono al tramonto, mentre io le guardo, lontana, in affanno. Una convalescenza, un anniversario, un compleanno, un rogito, un trasloco, due capitali, un’isola, un aereo, un traghetto, un treno, una bici, un’auto, la disconnessione, un lutto, le moschee e le chiese, il patriarcato, il caldo, le angurie, la lotta sovrumana, i muscoli delle mie braccia, miliardi di passi, le call, le chat, un cellulare comprato e un condizionatore restituito, i pesci non pescati e i metal detector non usati, le batterie da cambiare e quelle da ricaricare, una dedica che non dimenticherò, gli amici che ti salvano, e alla fine le montagne russe. E l’amore, tantissimo, che mi gira intorno, che sento, e per cui non posso che dire: grazie. È stata durissima, ma, cavolo, vi amo.
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10 mesi fa
Sud di Dublino. Dopo aver vagato a lungo per una strada sinuosa tra campi e villette, deserta, il tassista, spazientito, dice: «L’indirizzo e questo, ho da fare, scenda!». Siamo davanti alla fermata di un autobus, ma eseguo. Controllo le mie informazioni, tutto corrisponde. Non è presto, e sta anche iniziando a piovere, un senso di desolazione inizia a prendermi la gola. Okay. Mi dirigo verso la prima casa vicina, citoferò, chiederò, mi dico, e mentre cammino la vedo. Una Madonna di gesso, bianca e azzurra, che spunta da un giardino di fronte, dall’altra parte della strada. E poi, avvicinandomi, si vedono una Biancaneve riversa a terra, cariole, scarpe, tricicli di plastica colorata, piante di ogni genere e forma, guantoni da boxe. Un caos calmo in mezzo al resto. Penso che ci siamo. Suono. Il cancello si apre con un clic. Percorro il vialetto verso la porta facendo lo slalom tra altri oggetti a terra. La porta si apre ed esce lei, sorridente, come te la immagini da sempre sulla copertina di Nothing Compares to you, che, come se fossi una vecchia amica venuta a trovarla dice: «Ciao, sono Sinead! Scusa il bordello». Mi abbraccia, mi porta dentro per mano. Il resto, fanculi compresi, lo racconto nell’intervista che trovate al link in bio. Ricordo di essere tornata a casa e averne parato per mesi, perché con me era stata ruvida e dolce insieme, felice e triste insieme, folle e saggia insieme. Grazie Sinead.
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11 mesi fa