Simona Siri Gerstein

@simonasiri

Italian journalist and writer reporting from NYC Contributor @vanityfairitalia @la_stampa @ilfoglio Bylines @vulture @washingtonpost @nydailynews
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Che privilegio poter marciare il Pride nei luoghi dove tutto è cominciato, in una delle città più progressiste del mondo, in uno dei paesi dove esiste il matrimonio egualitario per le persone dello stesso sesso. Che onore poter marciare in un Pride così sentito e amato. Che gioia vedere Ella sorridere e divertirsi (anche perché convinta che tutte quelle persone ai lati della strada erano li per lei, ovvio). Grazie @ymcanyc per averci invitato a marciare con voi. #pride2024 #loveislove #nypride #pridemarch 🌈
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4 giorni fa
Da ieri sera non riesco a pensare ad altro e oltre a quello che ho scritto su @la_stampa e al video insieme a Dan che trovate sul mio substack, ecco oltre a ciò voglio aggiungere una cosa. Ieri sera subito dopo il dibattito, a caldo e in stato di shock, ho detto che Biden ha dei problemi cognitivi. In realtà non lo so e in fondo non lo penso neanche, nel senso che non penso sia un povero demente come spesso lo ha descritto certa stampa. Penso non sia mai stato un grande comunicatore e oggi tra l’età, la stanchezza e lo stress lo è ancora meno. Penso però che sia in grado di prendere decisioni, di ascoltare chi lo consiglia e di capire la complessità del mondo, da Gaza all’Ucraina. Penso che sia un buon presidente, insomma. Il problema è che in questo momento Biden è un candidato ed è un terribile candidato. E penso che rischi di perdere perché per vincere le elezioni bisogna prima di tutto essere dei buoni candidati, e poi anche dimostrare di saper fare il presidente. Ma prima bisogna vincere, il che significa comunicare, sembrare energici, risoluti, sicuri di se, a volte anche aggressivi. Bisogna stringere mani e parlare con tutti, ingraziarsi la stampa e gli avversari. Bisogna essere veloci e pronti su tutto, avere la battuta tagliente, scherzare quando serve, avere sempre i toni giusti. Bisogna essere in forma e se si è fotogenici ancora meglio. Avete la famiglia vicino e sembrare il patriarca che tuti rispettano (ma non il nonno che tutti un po’ compatiscono). Biden non è questo, non può fare questo. Può fare ancora il presidente, ma non può più fare il candidato. Sono due ruoli diversi e mai come in questo caso le differenze di ciò che è richiesto a uno e all’altro ruolo sono evidenti. Si diceva la stessa cosa di Hillary: nessuno metteva in dubbio che sarebbe stata una ottima presidente. Ma era una pessima candita, una candidata incapace di farsi amare e quindi eleggere. E infatti ha perso anche per quello. #election2024 #bidentrumpdebate2024
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6 giorni fa
Una cosa bellissima fatta durante il weekend: la gita in barca alla Statua della Libertà con cani di tutte le taglie e le razze per raccogliere fondi per @animalleague . Per la cronaca: Ella ha detto piú volte che vuole un big dog e alla nostra obiezione “what about Ugo” lei ci ha risposto che Ugo è suo fratello, lei vuole un cane. We love NYC and we love the NYC dogs e menzione speciale per il corgi che fa photobombing in una delle foto 🐶❤️🏙️ #adoptdontshop #dogslover #dogsrescue #dogsofinstagram #pupcruise #allpawsondeck
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24 giorni fa
Tornare a Cambridge mi fa sempre un effetto pazzesco. Tornarci con Ella e Dan è come se tutti i pezzi del puzzle si rimettessero insieme naturalmente. Qui è dove ho pensato per la prima volta che forse il mio posto nel mondo non era l’Italia; qui ho imparato a lavorare nel senso ad avere un’etica del lavoro e del sacrifico; qui ho conosciuto persone eccezionali che magari fanno cose sconosciute al grande pubblico, ma le fanno con serietà e dedizione e io lo dico sempre che gli scienziati insieme ai ballerini classici dovrebbero governare il mondo; qui ho visto per la prima volta coppie di paesi diversi che parlavano lingue diverse innamorarsi e fare figli; qui mi è venuta la fissa per i figli bilingui, per le culture degli altri, per i libri e per le felpe delle università. Qui, ogni volta che torno sto bene, sono serena e in pace perché qui è dove tutti i pezzi di me si ricompongono, è dove riesco non solo a riannodare il filo rosso della mia vita, ma anche a vedere che un filo rosso c’era, c’è sempre stato e che nonostante tutti gli errori e le cazzate e gli alti e bassi alla fine ho raggiunto quello che sognavo a 20 anni: un marito straniero, una carriera, una figlia bilingue. Per chiarezza: io non ho frequentato Harvard, eravamo qui per la college reunion di Dan. Io sono stata un anno al MIT durante il mio dottorato italiano e poi sono tornata a Cambridge per diverse estati a lavorare nel dipartimento dove avevo studiato. Io e Dan siamo stati a Cambridge in periodi diversi, ma abbiano ricordi simili e un amore condiviso per questo posto magico e questo weekend è stato bellissimo, pieno di gioia, serenità, gratitudine e anche speranza, sí. #cambridgemass #harvardreunion #collegereunion
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1 mese fa
Le foto di ieri di Ella che gioca con l’acqua sono così belle che si meritano un post tutto loro. A me ricordano quelle foto vintage della New York Anni 70 certamente più pericolosa e povera dove i bambini non avendo molto si divertivano cosí. Oggi hanno tutto, un sacco di playground, musei, spettacoli a loro dedicati e NYC in questo è fantastica, c’è sempre qualcosa da fare o da vedere, ma alla fine è difficile vederli felici come quando possono giocare con l’acqua. Per la cronaca: non credo che quello di ieri fosse un guasto, credo abbiano aperto l’acqua apposta perché faceva molto caldo e perché le strade erano chiuse al traffico per Open Street (lo saranno ogni domenica fino a settembre, bellissimo). Happy Memorial Day 🇺🇸 #memorialday #openstreet #summerinthecity
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1 mese fa
Leaving Florida is never easy. La nostra settima a Fort Lauderdale: 2 gite in barca, 2946 tuffi in piscina (tutto di Ella), 7 margherita con salt (tutti miei), 12 birre (tutte di Dan), 5 pizze (divise in 3), 1 iguana che si è buttata in piscina (giuro), 1 alligatore che è il nipote di quello che Sonny Crocket aveva in Miami Vice (vero!), 23 uccelli, 1 orso (giuro, in Florida ci sono anche gli orsi), 3 passeggiate sulla spiaggia al tramonto, 2 cene in quello che è entrato nella mia top ten dei ristoranti per cibo e location, 1 nuovo amichetto per Ella, 1 cena nel ristorante dove dai da mangiare ai pesci nella baia, 10 Uber presi, 0 serpenti visti (meno male), 2 navi da crociera Disney viste e 0 voglia di salirci sopra, nè ora nè mai. #floridalife #iloveflorida #fortlauderdale
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2 mesi fa
Buona Pasqua a tutti quelli che la celebrano, compreso il coniglio creepy dell’ultima foto (noi ormai celebriamo tutto, Pasqua e Passover, Natale e Hanukkah) #happyeaster #buonapasqua #pasqua2024🐣
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3 mesi fa
La prima regola della comunicazione è semplice e dice così: se non sei tu a raccontare la tua storia, qualcun altro la racconterà per te. Un principio base che evidentemente la Casa Reale inglese non ha ancora imparato. Il video di oggi in cui Kate annuncia di aver il cancro è triste per diversi motivi. Il primo ovvio è che una malattia grave non si augura a nessuno, figurarsi a una giovane donna con tre figli. Il secondo è che è un video a cui Kate è stata costretta dagli eventi, e dover rivelare delle cose private controvoglia è una forma di violenza. L’origine però va ricercata altrove, al disastro compiuto dall’ufficio comunicazione della Casa Reale che a gennaio parla di malattia che non è cancro, poi dà dei tempi di degenza francamente lunghi per una malattia non grave, poi fa circolare una foto manomessa e infine fa rivelare a Kate stessa la grave malattia, dopo che per tre mesi il mondo intero si è divertito con le speculazioni più fantasiose, dal coma al fatto che fosse stata riempita di botte dal marito perchè aveva scoperto che lui aveva messo incinta un’altra. Sí, Internet è un posto orrendo e sono speso le donne a pagare il prezzo delle teorie cospirazioniste più assurde. Per questo Kate andava difesa, protetta e consigliata bene. Se è stata lei a non voler rivelare da subito la malattia, è del tutto comprensibile, ma a un certo punto qualcuno doveva prendere in mano la situazione e guidarla. Un bel comunicato a inizio febbraio in cui si diceva la verità usando la parola terribile - cancro - e in cui si chiedeva rispetto e privacy visto anche la presenza dei bambini, avrebbe calmato la nascita di storie assurde e un po’ placato l’ossessione. L’idea che un personaggio così pubblico possa sparire da un giorno all’altro dando informazioni vaghe e in alcuni casi false, è molto ingenua. Qualcuno dirà che Kate non è il Presidente americano la cui salute è un fatto di sicurezza nazionale, ok, ma Kate non è neanche una madre o una moglie qualunque. I reali e sicuramente anche noi pubblico non abbiano imparato nulla dagli errori precedenti e anche questa volta, come con Diana, a rimetterci è una giovane donna.
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3 mesi fa
Florida is always a good idea, specialmente a febbraio quando a NYC si schiatta dal freddo. E sopratutto Florida non è solo Miami: questa è la seconda volta che veniamo a Wellington vicino a Palm Beach, uno dei centri equestri più famosi degli USA (la sorella di Dan e la moglie sono cavallerizze e passano qui i 4 mesi invernali). Cavalli a parte, qui ci sono tantissime cose da fare, le spiagge sono bellissime e sono a 20 minuti, gli Everglades incominciano qui e si possono fare giri in barca, sempre qui vicino c’è il @loggerheadmarinelifecenter dove curano le tartarughe ferite prima di rimetterle in mare e se avete bambini ci sono piscine e playground giganteschi. Certo, non c’è l’arte o i locali che ci sono a Miami - ma ormai chi ci va più? - ma postacci come il @thirstyturtleseagrill che però io adoro e dove come direbbe qualcuno si trova l’America vera (come se quella di NY fosse finta, su questa cosa che mi irrita da morire ci tornerò, promesso) PS mi sono dimenticata di scrivere che Ella è stata bravissima, ma nell’unico meltdown che ha avuto a un certo punto ha detto: I miss New York!! 😂 #familyvacation #floridalife #palmbeachflorida #wellingtonflorida
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4 mesi fa
Cose fatte questo weekend, non in ordine cronologico: - apertivo in posto fighissimo a Hudson Yard (si chiama @zouzousnyc , davvero stupendo) - portato Ella per la prima volta al Madison Square Garden a vedere @harlemglobetrotters - passeggiato con i cani a Central Park - comprato una gonna nuova da @atemponewyork (e messa subito, si intravede nella foto, la amo) - visto Io Capitano al @quadcinema (Grazie @sallyfischerpr per i biglietti) - parlato con i cani (Dan, che è meglio di San Francesco) - visto concerto di @jasonisbell al @radiocitymusichall (che posto bellissimo! e che grande lui)
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4 mesi fa
La mia New York Fashion Week. Di solito non la seguo per lavoro, ma quando i brand mi invitano vado molto volentieri alle sfilate, fa sempre bene vedere cose belle. Ringrazio quindi @toryburch che mi invita sempre e anche @michaelkors , due pilastri della moda americana. Ringrazio @theofficialpandora per avermi invitato alla cena con @hallebailey e per la foto grazie alla quale spero di acquisire 1000 punti “cool mom” agli occhi di Ella. Grazie anche a @virginiazingone per aver invitato me e Ella al Children Show, la fiera della moda bambino che c’è stata a Manhattan dal 12 al 14 febbraio dove molti brand italiani hanno esposto le loro creazioni e dove Ella ha fatto il suo debutto da modella vestita da @maisonavaofficial . Al cui proposito direi che dobbiamo lavorare un po’ sulla camminata ma in quanto a carisma ci siamo: la nuova Naomi è già tra di noi! NYFW is a wrap! #nyfw #invitedby #lamiafashionweek #thenewnaomicampbell
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4 mesi fa
Puó un paese guarire grazie alla musica? Ieri sera per un attimo è sembrato possibile, perché sul placo dei Grammy è andata in scena una cosa speciale fatta di molto di più di una canzone. Tracy Chapman è una donna nera lesbica, nata a Cleveland in Ohio, cresciuta da un madre single e che grazie a una borsa di studio per ragazzi neri non abbienti arriva a studiare alla Tufts University, una delle tante ottime università della super progressista Cambridge, Massachusetts. Fast Car la scrive a 20 anni ed è la canzone che le cambia la vita, arrivando a essere sesta nella classifica di Billboard. È il 1988. Luke Combs non è ancora nato. Nasce due anni dopo in North Carolina, stato repubblicano del sud. Inizia a cantare presto, non frequenta l’università e a 12 anni si trasferisce a Nashville dove diventa cantante country, il genere conservatore per eccellenza. Fast Car la scopre grazie al padre che in macchina ha ancora un vecchio mangia cassette: è la canzone che ascoltano quando viaggiano loro due e presto diventa la sua preferita. La sua versione esce ad agosto 2023 e arriva in testa alla classifica country. È un successo clamoroso che fa scoprire Fast Car a un pubblico nuovo, giovane e appassionato di country. Più che una cover, è un omaggio e infatti non cambia neanche le parole: “checkout girl” rimane così, non diventa “checkout boy” anche se a cantarla è lui. Ieri sera i due hanno cantato Fast Car insieme, le due anime di un’America ormai così divisa che per un attimo si è trovata unita, si è riconosciuta, si è rispettata, si è voluta bene. A casa, noi che guardavamo abbiamo sentito una scossa, un’emozione che ci ha commosso come non succedeva da tanto, men che meno su quel palco. Una donna nera lesbica progressista di 60 anni e un ragazzo bianco etero e conservatore di 34 ci hanno ricordato cosa questo paese può ancora dare e essere quando è unito, quando tutto le sue anime così diverse e meravigliosamente uniche si uniscono nel desiderio di una vita migliore, fatta di ambizioni anche piccole, di duro lavoro, di rispetto, di valori condivisi, nel sogno umano e universale di diventare qualcuno, di appartenere. To be someone, to be someone. #fastcar
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4 mesi fa