La curiosità è tanta; la folla è divisa tra sorpresi e dubbiosi. Immaginate di essere lì, sul fiume Giordano, mentre san Giovanni Battista, con gesto enfatico, indica Gesù Cristo, dicendo: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo”.
Veronese riesce a trasformare l’episodio evangelico in un’esperienza visiva immersiva grazie a due espedienti: la figura in primo piano del Battista che, parlando e indicando il Messia, cammina verso l’osservatore; e l’uso della prospettiva, articolata su tre piani diversi e ritmata dagli alberi sullo sfondo. Inoltre una diagonale, accentuata dal gesto di San Giovanni, guida il nostro sguardo: parte dai sacerdoti a destra, passa al centro dove si staglia la figura del predicatore e, infine, ci conduce fino all’estrema sinistra dove c’è Cristo, fonte di luce e portatore di salvezza.
L’opera, databile per ragioni stilistiche intorno al 1562, fa parte della produzione matura di Paolo Veronese.
✨Il dipinto, proveniente dalla
@galleriaborgheseufficiale , è esposto fino al 30 giugno a Palazzo Barberini insieme a tanti altri capolavori in occasione della mostra “Raffaello, Tiziano, Rubens: Capolavori dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini.”
In foto: Paolo Caliari detto Paolo Veronese (Verona 1528 - Venezia 1588), La predica del Battista, 1562 ca., olio su tela, 205x169 cm, in prestito da Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese.
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