"Tommaso da Villanova, monaco agostiniano spagnolo, arcivescovo di Valencia dal 1544, fu tra i principali fautori della riforma del suo Ordine secondo gli indirizzi dottrinari ispirati al Concilio di Trento.Egli fu canonizzato da Alessandro VII° il primo Novembre 1658.
La sua canonizzazione fu immediatamente celebrata dalla comunità agostiniana di Napoli, che dedicò al nuovo Santo un altare della sua chiesa per il quale Giordano fu incaricato di eseguire questo dipinto.
Di quest'opera il De Dominici disse che era dipinta "alla maniera di Tiziano":
probabilmente lo stesso biografo aveva notato che, nel dipinto qui esposto, la figura del mendicante nudo in primo piano è un'esatta citazione di quella di San Lorenzo nel celebre Martirio del Santo di Tiziano, nella chiesa dei Gesuiti a Venezia.
In quell'anno, il 1658, il Giordano manteneva ancora vivi i ricordi del suo primo viaggio a Venezia:
gran parte delle opere da lui eseguite in questo tempo costituiscono le tappe di una progressiva traduzione in linguaggio barocco, della lezione appresa dai grandi Mestri veneti del Cinquecento.
Anche in questo dipinto, oltre la citazione tizianesca, l'ambientazione architettonica e il tono caldo, dorato, della luce, sono caratteristiche della prima fase neo-veneta".
📖 La civiltà del Seicento a Napoli.
📷 L'elemosina di San Tommaso da Villanova (1658), Luca Giordano.
📍Museo di Capodimonte.
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