“Spero che questa mail non ti trovi. Spero che tu sia scappato, che tu sia libero”. “Il sesso è fantastico, ma hai mai lasciato un lavoro che ti sta rovinando la salute mentale?”. Nella storia di copertina del nuovo
@nytmag ,
@noreenmalone esplora in lungo e in largo l’enorme crisi che stiamo vivendo nei confronti del lavoro. Parte dalla differenziazione tra lavoratori essenziali e non essenziali di inizio pandemia, quella che ha reso evidente la carenza di diritti nei confronti dei secondi, mentre i primi se ne stavano a casa a mandare centinaia di mail. Poi passa a questa nuova normalità, il rapporto continuo con il computer, con internet, con le mail, la rinuncia totale alla preservazione dell’energia mentale. La “quitagion”, stagione dei licenziamenti che già romanziamo come l’era in cui abbiamo rinunciato alle nostre frustrazioni ma che dietro nasconde un gran numero di lavoratori a bassissimo reddito per cui lavorare, semplicemente, non vale la pena (sono quasi tutte donne - un rapporto McKinsey dice che nel 2021 il 42% delle donne ha detto di sentirsi esausto, rispetto al 32% nel 2020). E la fine dell’ambizione. Dopo anni in cui, a fronte di enormi costi personali, abbiamo corso verso la cima, ora sappiamo che non c’era niente di speciale da vedere da quel punto alto. Così scendiamo, restiamo indietro, troviamo il coraggio per spegnere il computer un po’ prima, perdiamo telefonate, ci muriamo dietro alla telecamera spenta, chiediamo aumenti. Per concludere, una riflessione sull’utilizzo di questo frame di Mad Men, con l’ex-segretaria-poi-pubblicitaria-con-le-palle Peggy Olson che lascia l’ufficio con la sigaretta in bocca e l’immancabile scatola con i suoi averi. Forse ultimamente l’avrete vista in giro: è diventata un meme che ha a che fare, appunto, con l’idea di lasciare il proprio lavoro, andarsene anche in malo modo, pensare a se stessi. Peggy in realtà passava a un’altra agenzia, perché Mad Men è stata una serie sull’ambizione e Peggy, no, non ce l’aveva una vita. Ma internet è così, prende tutto e shakera forte. E ora ci serve un po’ di carica.
