Nella storia che conosciamo molti hanno manifestato il desiderio di vivere per sempre. Se fosse possibile una vita umana senza fine, o indefinitamente lunga, o quale forma essa potesse avere, è stato argomento, per generazioni e generazioni, di una mole mastodontica di ricerche, speculazioni, dibattiti, esperimenti, dichiarazioni e di un numero incommensurabile di opere d’immaginazione.
Pitagora e l’anima immortale, Platone e Aristotele, le profezie nella Kabbalah ebraica, il rito funebre osiriano in Egitto, credenze, leggende e rituali mesopotamici, le tradizioni Induista e Buddista, la trasmigrazione delle anime, il culto degli antenati del Giappone, la filosofia cristiana, Plotino, l’etica di Kant, Schopenhauer, Feuerbach, Severino; religioni, filosofi e scienziati, Laivoisier ed Einstein, e Wittgenstein, la biochimica e la biogerontologia, Aubrey de Grey ed il progetto SENS, Kurzweil e le nanotecnologie. E, ovviamente, artisti d’ogni epoca e statura, sognanti, creativi, talenti a volte immensi, smisurati quanto i loro ego. Immortali.
«La vita dice alla morte: “Per esistere lei deve eliminarmi ed è per questo che è stata sempre odiata; a me, invece, per esistere basta che lei rimanga alla debita distanza, questa è la differenza”.
Quando viene, verrà senza avvisare, proprio mentre mi sto grattando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta, o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
C’è un lato giusto, quello di coloro che vivono. Senza teorie e paure, toccando o stringendo la vita ogni giorno. Vivendo per come la desiderano e chiamandola con il suo vero nome -che poi infondo- é anche il tuo. in GUCCI by @sabatods@gucci#ss2024collection
Oggi l’arcobaleno dei diritti ha sfilato per la trentesima volta rivendicando uguaglianza, parità, libertà di essere. Siamo stati tanti, tantissimi, forse di più, al Roma Pride, uniti sotto la bandiera dai mille colori Lgbtqia+. Un milione in strada e tante associazioni, una in particolare fatta di persone sorridenti ma determinate, persone accomunate dal coraggio, quello che ci vuole per essere felici e soprattutto -se stessi- @gender_x_italy .
Pride, 30 anni di rivendicazioni per i diritti Lgbtqia+ 1994-2024 sono 30 anni di lotte - La prima edizione, nel 1994, poneva l’accento sulla lotta all’Aids, alla violenza e al pregiudizio e alla necessità del riconoscimento delle unioni civili. Negli anni, poi, la comunità ha fatto appelli anche per l’ambiente, il diritto alla salute, il rispetto della disabilità e contro le guerre. Nel 2024 si pone l’accento su «un futuro più equo, giusto, civile e migliore per tuttǝ»Buon Pride a tutti
Mi rende felice e mi commuove la possibilità che esista quest’altra dimensione invisibile, che non é più una minaccia e orrore, ma… dimensione d’amore. Credo che esista questa comunità segreta che sappia ancora amare liberamente, io stessa la pratico, quando mi é possibile, come vendetta contro il male che mi é stato fatto in silenzio . Ognuno e ognuna può crederci e praticarla in ogni angolo di mondo in cui gli é dato di vivere.
🏳️⚧️In questo mese dedicato alla lotta e alla visibilità chiediamo sostegno a tutte le persone e non solo trans* , mostrando con fierezza la nostra identità, la nostra storia, la nostra lotta.
Celebriamo ciò che da sempre esiste nella nostra comunità con orgoglio.
Le vite delle persone trans* non si piegano alle narrazioni tossiche e false generate dall’odio e dalla violenza, sappiamo ciò che non siamo: una diagnosi, il vostro fetish, le vostre nemiche.
Sappiamo altrettanto bene ciò che siamo:
storia, lotta.
Se ad oggi possiamo parlare di diritti civili per tante persone marginalizzate, discriminate e oppresse, possiamo farlo grazie al coraggio e alla resistenza della comunità transgender. Grazie al @movimento.identita.trans@associazionelibellula per testo e foto! 🏳️⚧️
«Dentro c’è il pensiero, ma è intangibile, altrimenti non sarebbe più infinito» ha spiegato l’artista che da sempre gioca con il limite tra finito e infinito. E in questa ricerca sulla moltiplicazione generata dello specchio, Pistoletto -il mio preferito- ha individuato il vero limite umano: l’uomo che non condivide.