Le chiamano “mura ciclopiche”: strutture costituite da grandi blocchi irregolari, che la fantasia popolare attribuisce ai Ciclopi, mitici, giganteschi pastori (come il Polifemo dell’Odissea). Oppure le chiamano “mura pelasgiche”, opera cioè dei Pelasgi, remoti abitanti della Grecia poi (secondo alcune leggende) migrati in Etruria.
È più semplice chiamarle “mura poligonali”: i blocchi non sono parallelepipedali (come l’opus quadratum dei Romani), ma poligoni di forme disparate, che malgrado questo si “combinano” fra loro -senza l’ausilio di calce o cementi- con potente impatto visivo.
Il circuito murario che circonda Alatri è lungo circa 2250 metri, ha un’altezza media di 5 metri ed uno spessore medio di circa 2 metri.
Secondo recenti studi le mura poligonali di Alatri risalgono al 5300 a.C.
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Alatri è il luogo dove ho scelto di costruire con l’inquantificabile supporto di
@fareutopie ,
#casema una dimora, un atelier, un spazio di incontro e confronto. L’arte ne è sicuramente il pretestò più grande… sono passati 4 anni da quando tutto è iniziato e ci siamo quasi… presto vorrei raccontarvi il perché e il come prenderà vita questo luogo.
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Intanto questa è una delle opere -funzionali- a metà tra arte, design e racconto del territorio che ho pensato alcuni anni fa per
#casema (quando Casema era solo un pensiero e un desiderio)… e ora finalmente è stata installata.
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Buona domenica!